Si tratta dell'Ashley Vale, la zona delle Eco Houses, costruite da un gruppo di cittadini desiderosi di salvaguardare il nostro gioiello più prezioso, la Terra.
Cammini per le stradine che portano a quest'oasi e la città scompare, inghiottita dagli orti.
E poi ci sono le case, di cui si parla in questo
http://www.independent.co.uk/environment/green-living/what-life-is-like-inside-an-ecofriendly-community-395946.html e in altri articoli, costruite secondo criteri ecologici e creativi, e ti scordi che là fuori, in tanti, troppi pezzi di mondo, ci sono cumuli di mondezza, e fumi tossici, e rumore e criminalità
Kyla guarda sempre gli annunci di affittasi, sperando che una di queste case si liberi, e anche io ci farei un pensierino, anche se non avrei bisogno di una casa intera, perché più viaggio e più mi rendo conto che vivo benissimo con 3 paia di calzini, 2 pantaloni e 4 magliette, non voglio zavorre che mi ancorino in un dentro da riordinare e rassettare, voglio vita fuori, con il sole o con la pioggia.
Oggi è proprio un giorno così, di sgrulloni e sprazzi di sole, ma noi siamo piene di energie.
Merito delle delizie indiane comprate allo Sweetmart http://www.sweetmart.co.uk che sulle guide per i turisti non c'è, ma il nostro stomaco difficilmente scorderà quest'esplosione di sapori
Ci prendiamo anche un buon cappuccino con latte di soya in un bar della catena bristoliana Thali http://www.thethalicafe.co.uk, tavoli di legno, tazzone, gente che legge, pareti colorate e i miei amati tiffin. Per chi non lo sapesse un tiffin è un portapranzo indiano di metallo, fatto a ripiani, io l'ho scoperto nel bellissimo film The Lunchbox e da quel momento l'ho desiderato.
Da Thali vendono i tiffin e poi se tu glieli porti loro te li riempiono di prelibatezze per due persone a soli 10£. Non ho posto nel bagaglio, ma prima o poi un tiffin sarà mio.
Oggi si va ad attraversare il Clifton Suspension Bridge, visto da lontano quando vagavamo alla ricerca delle mongolfiere. Chissà perché me lo immaginavo più grande, e a vederlo così piccolo so che passare di là significherà vertiginiiiii. Lo attraverso come un'equilibrista e scopro che le mie vertigini dipendono solo dall'occhio con cui guardo giù, è l'occhio astigmatico e pigro che mi fa tremare le ginocchia, l'occhio che ci vede guarda il paesaggio e si gode il sole improvviso.
Questo ponte ha una fama negativa di ponte dei suicidi, e nel giorno della morte di Robin Williams, mi chiedo in quanti Paesi del mondo ci siano associazioni come i Samaritans, che ascoltano senza giudicare. Nel 1993 sul ponte sono state installate delle barriere per prevenire i tentativi di suicidio, che purtroppo però continuano, anche se notevolmente ridotti.
Ricordiamoci di ascoltare chi ci sta intorno, depressioni e problemi mentali sono brutte bestie, e purtroppo viste da fuori le persone che soffrono avrebbero solo bisogno di una bella smossa, ma da dentro purtroppo non è così facile.
Questo ponte è famoso anche perché nel 1885 una donna, Sara Ann Henley, sopravvisse al salto di 75metri. Abbandonata dal suo promesso sposo per lettera, si gettò dal ponte, ma il vento e un ampia gonna la paracadutarono sulle rive del fiume. Dopo l'incidente ricevette molteplici proposte di matrimonio e visse 85 anni.
Sulla via del ritorno abbiamo deciso di passare di nuovo per il Brandon Hill Park, per salire in cima alla John Cabot tower. Giovanni Caboto, italiano di nascita, non ottenendo fondi dalla Repubblica di Venezia per i suoi viaggi di esplorazione, come Colombo si trasferì in Spagna, ma i Re Cattolici si rifiutarono di finanziare le sue spedizioni. Venne allora in Inghilterra e Bristol divenne il suo porto di partenza, ponendo le basi della futura colonizzazione dell'America settentrionale da parte dell'Inghilterra. Ecco, se Cristoforo e Giovanni fossero stati apprezzati in patria, ora nelle Americhe si parlerebbe italiano.
Salire sulla torre è gratis, e rieccomi a sfidare le vertigini e i nuvoloni, per vedere in che direzione sono Roma, Glasgow e Stoccolma, indicate sul bordo del davanzale.
Il mio ombrello nel frattempo ha deciso di decedere, perde un pezzetto dopo l'altro, non c'è neanche tempo di fermarsi a fare due chiacchiere con uno scoiattolo, tocca correre via e rintanarsi dove capita!
Tempo di fotografare gli ultimi graffiti, tornare a casa a fare la valigia e lasciare un paio di regalini a Kyla e Dani, ed è già ora di rimettersi in marcia verso la fermata del pullman che ci porterà alla nostra prossima tappa.
Bye bye Bristol, dove due inglesi simpatiche e gentilissime e una città dal carattere creativo mi hanno fatto seppellire l'ascia di guerra scozzese, dopo 24 anni che non mettevo piede in Inghilterra.
bellismo Lunchbox, l´ho visto giusto due giorni fa. E ora anche io desidero un tiffin (peró non sapevo si chiamasse cosí, grazie dell´info)
ReplyDeletelaformicascalza
Infatti, un film davvero toccante, poetico, era da tanto che non vedevo qualcosa di così delicatamente bello ... Fondiamo il club delle amanti del tiffin?
DeleteBello quel paese ecosostenibile...e che acquolina quei cibi indiani...
ReplyDeleteMargherita, la mia compagna di viaggio, ha sviluppato una dipendenza dal cibo indiano, buonooooo
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