1.12.15

Il silenzio dei funghi




Per combattere la vita allo sbaraglio che come un cane bagnato e infangato ti corre incontro, ascolto video zen e leggo le vite di maratoneti e mi convinco che devo dare un ordine diverso alla mia routine.

Così mi faccio uno schema, delle cose da fare ogni settimana e le cancello con l'evidenziatore verde speranza o giallo limoni rubati nei campi, che quello è il compito della domenica. Poi la domenica sera lo strappo e ne comincio uno nuovo sul cartone della scatola dei digestive.

Voglio macinare km a piedi o vasche in piscina, per arrivare dove non lo so, per ora procedo.
Qualche settimana di sveglia alle 4, bello il mondo silenzioso e immobile e le mattine che durano una giornata intera, e mo' che faccio?

Penso di aver tutto sotto controllo, il processo di trasformazione in asceta è pressoche terminato.
Ma come diceva un mio prof all'università, non va bene essere eccellenti, vuol dire che non hai più niente da imparare, e allora mi faccio lo sgambetto da sola e mi avveleno.

Perché lo so che i funghi contengono simil lattosio, lo so che il glutine è uno degli ultimi nemici che vogliono strapparmi il passaporto italiano, lo so, ma mi faccio la pasta coi funghi, così, a secco, senza sugo, senza olio, e mentre i funghi cuociono penso ammazza quanto puzzano e il cervello registra l'informazione e fa harakiri.

Il giorno dopo ho la febbre, un mattone nello stomaco, di quelli arancioni porosi che spaccano i vetri nei fumetti e affondano i cadaveri dei mafiosi nei laghi. Per precauzione non vado in piscina e mi rintano nel letto, a smaltire la mia sbornia nell'immobilità di cetaceo arenato.

È forse il corpo che dice ferma, va bene, fatti pure gli schemi che vuoi, ma ci hai pensato bene? Dov'è che razzoli e arranchi, dove vuoi arrivare?
Ignoro le voci, risorgo di lunedì, ma lui, il corpo, c'ha tutti i suoi bei meccanismi per frenarmi e far correre la mente, invece di farla girare a vanvera come un mulino impazzito.

Sono in classe quando all'improvviso mi si ingolfa la voce, i polmoni chiudono bottega e comincio a starnazzare. Il giorno dopo la voce non c'è più, andata, e io me ne sto zitta tutta la mattina solitaria, poi vado al bagno e faccio una prova davanti allo specchio, ma no, la voce non c'è.

Però non sto più male e allora vado a lezione lo stesso, fiduciosa che magicamente alle 4 tornerà, invece alle 4 arriva Arturo er Camionista 3 pacchetti di sigarette al giorno, che sono io in tuta in versione svociata.
Gli alunni mi dicono ma i vegani non si ammalano mai, io pure lo penso, questo silenzio forzato deve essere altro.

Che poi mica ci vuole tanto a capirlo, se non hai voce, saranno gli altri a dover parlare, tu puoi al massimo fare le facce, scrivere alla lavagna, assentire, pollice in su, conto fino a 10 e poi ...
E così ascolto e imparo la mia lezione, che parlo troppo e sempre, e quando i polmoni collassano sono infine gli altri a parlare, senza interruzioni, e forse senza paura o soggezione.

Ascolto infine i miei alunni chiacchieroni, senza FRIEND non si dice FREE END, e tu che ne pensi? E ora passiamo ad un altro argomento.
È bello, per due giorni, farsi guidare, oggi quest'attività continua perché hanno un sacco da dire e non posso fermarli e poi li ritrovo fuori di classe che continuano a parlare, del condividere, del perché in un Paese apparentemente tanto amichevole e amicone come la Spagna, spesso regna un individualismo così rassegnato da far paura.

In silenzio assimilo anche un complimento laddove mi aspettavo una critica o della negatività, vengo a lezione, teacher, perché mi piace come insegni, perché qua imparo e metto in pratica - lui che la lezione precedente si era stressato e aveva sbottato.

In silenzio nessuno viene a cercarmi per raccontarmi pettegolezzi o malignità, perché non posso dire niente di rimando e mi scrollo di dosso un bel po' di negatività. 

Lezione imparata, la prossima volta tengo la bocca chiusa e così non ci entrano neppure funghi assassini.

Lo strumento più potente di un professore è la voce. 
Lo strumento più potente di un professore è il silenzio.