22.12.14

Basic instints

Venerdì eravamo all'ultima riunione di lavoro dell'anno.
La nostra capa, dopo non so quanti anni, se ne va in pensione.
Quindi è stata la sua festa d'addio.
Di solito rifuggo queste occasioni mondane.Quest'anno però i miei colleghi li ho visti a malapena.
Ho avuto la gran botta di fortuna di avere un'aula tutta mia, dove lasciare tutti i miei materiali e anche cibo, vestiti di ricambio, robe per i baratti. È stato il mio regno e la mia vita è stata molto più facile.
Non solo per l'indubbia praticità di non dovermi spostare di qua e di là con libri, scatoloni, fogli, poster. Ma anche perché per 4 mesi ho vissuto fuori dal mondo dei pettegolezzi fra colleghi, litigate, arrabbiature.



Sto vivendo questa strana (e spero duratura) fase della mia vita in cui sono molto zen, e ieri alla riunione a sentire cose dette e ridette (sui nostri stipendi, sul riconoscimento della nostra professionalità, su ciò che si avvicina) un collega sopreso mi ha detto: ma perché non ti preoccupi?
Ecco, io non mi preoccupo più. 
Sono 8 anni che lavoro in quel posto, ne ho sentite di tutti i colori, abbiamo vissuto tantissime fasi, ma in mio potere effettivamente ci sono le mie classi, al massimo i libri che usiamo, gli esami che prepariamo. Non è in mio poter cambiare l'edificio in cui lavoriamo, né il mio contratto. Posso decidere più o meno con chi lavorare e indirizzare i miei alunni in un certo modo, usando un certo metodo. Controllo ciò che posso controllare, per il resto mi informo, ci ragiono, ma non mi lamento, non mi perdo più in chiacchiere.

Così ho tempo di fare tante altre cose e mi risparmio un sacco di mal di testa.
Fatto sta che all'aperitivo di addio ho pure riso e mi sono divertita. Quelli del catering mi avevano proposto insalata con tonno, burrata, couscous fatto con il burro. Credevano vegano e vegetariano fossero la stessa parola, e che il tonno fosse una pianta. Poi alla fine hanno rimediato con cetriolini, carciofini, pomodorini, asparagi e 3 patate al forno. E va bene così.

Oggi una mia amica mi ha annuciato che ha il cancro.
Non sono ancora pratica con whatsapp e mi sono arrivati tipo 50 messaggi di botto, in una conversazione in cui era inclusa anche un'altra amica. Li ho letti a ritroso, assimilando la notizia al contrario, confusa fra altri pezzi di informazione.
Tanti malati in giro, tanti giovani malati in giro.
Tocca prendersi cura di se stessi.
Proprio in questi giorni, come da tradizione, rifletto su questo 2014 che è stato e il bilancio è nettamente positivo, ma forse la saggezza dei quasi 40 anni mi rende più evidente dove sono i miei difetti e i campi da migliorare.

Mi pare però di aver trovato la giusta direzione.

Per ripagare questo karma tanto buono, io e Marghe abbiamo regalato alla vicina i soldi per vaccinazioni e biglietto aereo per il suo cane. Se ne va dalla Spagna e se ne torna a Panama. Non sappiamo esattamente cosa le sia successo, ma l'ho incontrata in cortile che piangeva, al pensiero di dover lasciare qui Flor. Non è una persona ricca, lavora in fabbrica, non so come sia arrivata in Spagna, ma di tutti i vicini è l'unica che si ferma a chiacchierare, ci regala verdure perché una volta abbiamo tenuto a casa Flor, la cagnolina, che era riuscita a scappare da una finestra e io l'avevo ritrovata. Aiutare una conoscente, senza aspettarsi nulla. Ci si sente proprio bene.
L'ho fatto anche in ricordo della nostra Aika, sarà il nostro primo Natale senza di lei, senza sentirla ticchettare con le unghiette sul pavimento di marmo o ronfare placida, spaparacchiata di qua edi là.
C'è però Aura, che mi aspetta fra i canetti di www.lunadiformaggio.com





E per concludere con una nota più giocosa, quest'anno in valigia con me un ospite d'onore.
Parto per Roma fra poche ore e con me verrà il Señor Caganer, caratteristica figurina del presepe, orginariamente catalana, ma ora diffusa un po' ovunque, raffigurante un uomo che ... Beh, non c'è bisogno che io lo dica!
Questo personaggio rappresenta la fortuna e la fertilità della terra, e ci ricorda che in fondo gli istinti fondamentali di tutti noi sono gli stessi, e superano le classi sociali, la nazionalità, i sessi.
Ecco, ripensiamo un po' ai nostri desideri di base, essere sani, stare bene in famiglia e con gli amici, godersi i piccoli piaceri quotidiani.



Buone feste a tutti.










12.12.14

In tempo di crisi ...

Da quando ho raccontato ai miei alunni dei miei Cuidadín (i disegnini scemi sui malintesi fra italiani e spagnoli, li trovate su facebook qui, o su Twitter qui o anche su Pinterest qui) è scattato qualcosa nei loro cervellini.

Io in classe cerco sempre di far capire che imparare una lingua non è solo memorizzare una sfilza di parole e regolette, ma è diventare altro da sè, vestire una nuova pelle, avere un'anima diversa, porsi secondo regole proprie della nuova cultura.

Cerco sempre di far notare le differenze culturali, i dettagli che ci rendono ciò che siamo. Però a quanto pare disegnare queste scene con la destrezza di una bimba di I elementare è servito di più che tanti anni di spiegazioni e discussioni. E io non insegno neppure più italiano. 

Così ora spesso sono loro in classe che mi tirano fuori dettagli folkloristici, specchio però della cultura spagnola e del modo di affrontare la vita da queste parti.
Io prendo appunti su fogli volanti, che perdo e ritrovo in giro per la classe, e così mi viene in mente di parlarvi di ...

EL COBRADOR DEL FRAC.

Ora, non so se in Italia esista qualcosa di simile, io però non l'ho mai visto.
Se mettete le suddette paroline su google, vi verranno fuori pagine e pagine, ma a quanto pare l'unico vero ed originale è questo www.elcobradordelfrac.com

Trattasi di un'azienda recupero crediti e morosità, che sguinzaglia i suoi scagnozzi in giro per le città, vestiti con un frac e bombetta o tuba (ma anche in modo più ridicolo o particolare, da Pantera Rosa o da Zorro per esempio, o addirittura da monaci con il saio neronero) e punta sulla pubblica vergogna e ludibrio per recuperare i soldi dovuti.

Si gioca insomma con la pressione psicologica, usando sopraffine tattiche di pubblica umiliazione: el cobrador si presenta a casa e se non gli apri, aspetta paziente e ben in vista, perché anche le macchine dei cobradores non passano certo inosservate.
Il cobrador ti perseguita, al lavoro, in giro per la città, in palestra.
Il cobrador ti chiama al telefono, a tutte le ore, invade la tua privacy e si becca denunce su denunce per diffamazione, ma pare che in quest'epoca di crisi sia una professione molto in auge.

Il cobrador può essere assoldato da chiunque sia stufo di aspettare di essere pagato e voglia accellerare i tempi, puntando proprio sull'importanza che in Spagna si da alle apparenze e a cosa penserà la gente.

Il tutto viene realizzato proprio al limite della legalità e ci sono fior di avvocati, interessati, vittime e fiumi di parole su internet per cambiare la legislazione in Spagna ed eliminare questo tipo di aziende ... ma per ora i cobradores non mollano.

Io pensavo che a fare questo lavoro fosse gente senza formazione, buttafuori dal completo Armani, avanzi di galera con la voglia di fare a cazzottoni, invece pare che ora gli aspiranti cobradores siano laureati in giurisprudenza, espertissimi in cosa possono e non possono fare, allenati al ricatto psicologico e probabilmente anche ai 100 metri in 5 secondi per fuggire da clienti inferociti.

Tutto questo mi fa pensare che viviamo in una società assurdamente malata, perché nella maggior parte dei casi 'sti cobradores vanno a riscuotere debiti fatti per pagare un banchetto di nozze extra lusso, o un macchinone nuovo che qualcuno non poteva permettersi o tanti altri vizi a cui la gente non sa più rinunciare.

Spesso sento colleghi o conoscenti lamentarsi dei nostri stipendi, però poi eccoteli con un nuovo cappotto, meches colorate, un altro cellulare, scarpe, vestiti, viaggi, cene. E ti credo che poi non avete soldi, belli miei, c'avete le mani bucate.
E ora che proprio per Natale  invece di darci la tredicesima ci leveranno 600 euro (per un piano di 'risparmio' dell'università approvato a maggio) mi sa che il cobrador del frac lo incontrerò nei corridoi dell'edificio in cui lavoro a caccia di qualcuno dei miei colleghi spendaccioni.

6.12.14

Succede in classe 1



Ho deciso di aprire questa rubrica di momenti tragicomici in classe, di solito li scrivo su facebook, ma finiscono persi fra le mille cose del mio muro, invece così, cari colleghi professori, quando vorrete morire, potrete sempre venire qui a ridere alla faccia mia ...

XXXXXXXXXX GIORNALIERA PORNOGRAFIA XXXXXXXXXXXXX

Classe di quasi pensionati. Inglese iniziale, che più iniziale non si può.
Stavamo vedendo i contenitori e contenuti.
Che significaaaaaa ...

A glass of wine = un bicchiere di vino.
A bottle of water = una bottiglia di acqua.
A box of chocolates = ?

Niente, nessuna risposta.
Faccio la mimica di box e di io che mi ingozzo di cioccolatini.
Sassi? Patatine? Biscotti?
Voglio morire. Sto sudando le 7 camicie. Con questa classe mi devo sgolare.
I neuroni rantolano.
C'hanno 60 anni e pare la prima elementare.

Lampo di genio, decido di farglielo indovinare in un altro modo:
Forrest Gump said life is like a box of chocolates ...
Spero che così lo capiscano.

Mi guardano ancora come se fossi l'aliena che sputacchia strane vocali.
Nun ce la faccio più, mi do per vinta. Faccio ciò che non vorrei fare mai.
TRADUCO.
E con una voce fra l'invasata e il condannato al patibolo grido in spagnolo:
lo que decía Forrest Gump, que la vida es una caja de CONDONES.

Lo dico e vorrei morire davvero, fulminata istantaneamente, mazzata da un dizionario fra capo e collo.
Cioccolatini = bombones
Preservativi = condones

Ho sbagliato parola!

Scoppiano a ridere tutti, e io con loro. Ma talmente tanto, talmente tanto, che mi cominciano a uscire le lacrime. Tantissime lacrime. Quasi mi strozzo. Bevo e mi esce l'acqua dal naso. Devo uscire dalla classe perché rischio il soffocamento.

Ecco, dopo quel giorno là non li ho più potuti trattenere, ogni scusa era buona per un po' di pornografia spicciola.

XXXXXXXXXX LA SIMBOLOGIA DEI SUONI XXXXXXXXXX

 Io amo la fonetica, quindi in classe facciamo spesso esercizi di pronuncia e con i simboli.
Insegno inglese a spagnoli, quindi è parecchio utile.
Oggi uno studente mi fa:

Cecilia, però questi simboli che hai inventato io non li capisco. Cioè, a che servono? Insomma, quando scrivo come devo scrivere?

Lo guardiamo tutti interdetti.

Lui continua: sì, questo alfabeto strano, insomma, ora mica mi posso mettere a imparare come scrivere un'altra volta.

Ci ho messo un paio di minuti a capire che 'sto tipo, da ottobre a oggi pensava che la fonetica fosse una nuova calligrafia. Inventata di sana pianta da me.

XXXXXXXXXX ALCOLISTI ANONIMI XXXXXXXXXX

Io: Cosa bevono gli italiani a colazione, ragazzi?

Alunna: Limoncello!

Altro alunno: no, il limoncello no, che è alcolico!

Alunna (sorpresissima): Alcolico? Noooooooo! Macché! Lo prendi a colazione e fa benissimo, me lo ha detto un amico, un bicchierino di limoncello caldo e cominci la giornata con tanta energia.

Ecco, magari a volte imparare le lingue è utile per capire la differenza fra succo di limone e limoncello. Il fegato ringrazia.