27.10.13

Questione di tempo

Oddio, ma è domenica,
Come è potuto succedere?

A casa abbiamo uno schema coi turni delle pulizie e su ogni quadratino, invece di scrivere semplicemente fatto, non fatto, toccava a te, brutta lurida, scriviamo frasi riassuntive sulla nostra settimana prepulizie: amori, disamori, chili persi, chili presi, studio, lavoro, :-) e :-(

Il momento clù di questa settimana per me è molto dibattuto:

- ho barattato delle spillette comprate in gioventù negli Usa e una specie di portacenere tascabile comprato in Scozia (che io usavo come porta dolcificante che però non uso più) in cambio di due fantastici cacciaviti e un martello per fare onore al mio secondo cognome, che per chi non lo sapesse è McGyver! Come diceva la canzone Datemi un martellooooo ...

 
- sono andata al cinema con Dolcevita (Margherita, la coinqui) a vedere un film bello, 'Una cuestión de tiempo' in spagnolo,  nelle altre lingue non lo so, che in realtà a livello di storia d'amore non è che sia proprio una roba onesta (OCCHIO SPOILER!) perché il tipo torna indietro nel tempo a cambiare i suoi errori per piacere a una tipa, che poi diventa sua fidanzata e moglie. (FINE SPOILER).


Però tutto sommato fa pure riflettere sul fatto che se a fine giornata ci fosse data la possibilità di fare un rewind e ricominciare da capo, probabilmente ci converrebbe vivere senza incavolarci - e desiderare di usare cacciaviti ottenuti a baratto per sopprimere certi alunni - e cercando di essere presenti con il cervello in ciò che si fa, e allora non è tanto male, soprattutto vista la mia vita, che ogni volta che scrivo è domenica o venerdì e gli altri giorni mi scappano via.
 
Dal cinema siamo tornate a piedi dopo mezzanotte, mentre il centro commerciale era popolato di pazzi sclerati preparati con sdraie e termos davanti all'Apple Store per comprarsi il nuovo I-nunsoche e mi fanno ancora male le gambe, I-che dolore,  ma una volta a settimana secondo me si può fare, camminare per 8km silenziosi, salutare le capre nel buio, pensare che non ce la facciamo più e dover camminare ancora altri 20 minuti, arrivare a casa che dalla stanchezza mi si sono arricciati i capelli e stramazzare sul letto, per una notte di sonno profondissimo.

- Ieri è stata l'inaugurazione ufficiale del negozio vegano di Murcia.
Prima c'è stata una presentazione sul veganismo, tanti dei presenti eravamo già vegani, ma fra chi si era imbucato solo per poi partecipare al rinfresco gratuito, io spero che ci fosse almeno una persona che non era venuta solo a scofanare e che avrà tratto delle conclusioni che LA porteranno sulla via del veganismo (Dolcevita, parlo proprio di te! GO VEGAN!).
 
Ho scoperto un video di un tipo che non conoscevo e che è molto in linea con il mio stile vegano.
Ce ne sono tanti di vegani famosi, ma finora non mi ero ritrovata in nessuno.
O troppo attivisti, o troppo politicizzati, o troppo salutisti, o semplicemente troppo.
Invece questo signore australiano, Philip Wollen, mi ha colpita per la sua fermezza pacata, per la sua passione educata, per le sue parole chiare e commoventi.
Io vi consiglio di vederlo il video, perché so che è più facile chiudere gli occhi e il cervello e fare finta di niente, ma se con le nostre azioni abbiamo la possibilità di cambiare il mondo, non sarebbe terribile non farlo?
 
Io ve lo posto qui, in caso a qualcuno venisse voglia di vederlo.
 
 
 

- Vado in Scozia! Per il ponte dell'8 dicembre! Qui ci danno un giorno di festa il 9! Menomale, perché pensavo che quest'anno non ci sarei riuscita a fare un salto a Glasgow, ma poi per caso ho trovato un volo con orari decenti, e ora ogni volta che penso che sono troppo stanca o ho troppe cose da fare GlasgowGlasgowGlasgow è il mio mantra e metto in classe video in Scottish per la gioia dei miei alunni.

- Ma forse il vero top del top di questa settimana è stato questo messaggio, che ho ricevuto in triplice copia nei commenti del blog:

Come ho ottenuto il mio marito ...
Il mio nome è Bradley Speck . Io vivo in Canada , e mi sono sposato quattro mesi fa . Io e mio marito hanno vissuto una vita molto felice e bella . Così col passare del tempo , ho cominciato a notare questo strano atteggiamento che mio marito stava possedendo . Ora stava uscendo con altre ragazze , al punto che non era più in ripresa le mie chiamate , e non era nemmeno dormendo nella casa più. Mi sono confusa e non sapevo cosa fare. Così sono diventato preoccupato e filamenti, che ha portato così tanti pensieri nella mia mente , perché non ho mai sperimentato una cosa simile in vita mia . Così ho deciso di visitare un mago , per vedere se può aiutarmi. Così subito sono andato a internet, dove ho visto una sorprendente testimonianza di un mago che ha portato qualcuno ex amante indietro , così ho contattato subito e gli ho spiegato tutti i miei problemi e mi ha detto che sarà molto facile per lui per risolvere , confrontare a quelli che ha ...

Ecco, che ne dite? Chiamo il mago pure io?
A me il marito non serve, non sono preoccupata e filamenti, però mi farebbe comodo qualcuno che mi andasse a fare la spesa, mi preparasse prelibatezze vegane, e magari pure le lezioni.

O forse un mago che veganizzasse il mondo.
Ma in questo caso spero proprio che sia solo questione di tempo.

20.10.13

Prima dell'alba

Mi sveglio che il sole non è neppure sorto, e fa frescolino tanto che devo mettermi la maglia a maniche lunghe. Sono le 6.50 e a mezzogiorno le temperature arriveranno a trenta gradi e passa, perché questo è il deserto spagnolo, e di notte fa fresco, ma di giorno ancora si schiatta.
 
Mi piace svegliarmi quando dorme addirittura anche il sole, sedermi sulla sedia a dondolo sulla veranda e godermi una tazza di caffè polacco eredità della coinquilina che se n'è andata zuccherato con silenzio ed immobilità. Mi ci manca solo di cominciare a fare l'uncinetto.
 
Ne approfitto per fare le pulizie settimanali di prima mattina, per mandare un messaggio a mamma che ciclicamente mi ricorda di confermarle che sono ancora viva e per scrivere qualche mail non di lavoro, che quando accendo il bottone del cervello 'modalità-lavoro: on', mi scordo della mia vita in cui ci sono famiglia, amici e un blog trascurato.
 
Non è che lavoro sempre. Lavoro quasi sempre.
Sto ancora cercando di organizzare l'orario, ma per ora riesco solo a fare lezioni e preparare lezioni, nutrirmi scarrozzando da casa al lavoro tupperware pieni di quinoa, peperoni, zucchine, riso, olive, melanzane, e qualche chiletto di bananemeleperepesche, dormire (poco) e spazzare la mia stanza una volta a settimana, facendo amicizia coi toponi di polvere che si accumulano mentre io non ci sono.
 
Vado pure al cinema, e faccio 8km a piedi dopo mezzanotte per tornare a casa, perché a quell'ora il tram non c'è.
 
E a dirla tutta ho anche un po' di vita sociale, solo che a differenza di prima mi scordo di fotografarla, e la mia memoria saturata di foneticagrammaticalessico e compiti da correggere se ne scorda.
 
Però poi ci scappa una paella domenicale in casa con gli ex coinquilini, a ricordare i vecchi tempi in cui il nostro salone era invaso di giocattoli della figlia di Fran, in cui Kuriki usciva da una storia d'amore tormentosa e passava per il corridoio come un'ombra e guarda un po' ora com'è felice, e in cui io lavoravo e lavoravo, e guarda un po', lo faccio ancora, però prima campavo a base di toast e sottilette, e avevo le emicranie con vomito tipo bimba dell'esorcista e ora invece mangio sanità che sennò sarei già schiattata.
 
E poi vengono le chiacchiere da trentenni quasi quarantenni, e io stono un po', ancora nel mio appartamento condiviso, senza macchina, con gli orari che so quando esco e non so mai quando torno, e chissà come sarebbe stata la mia vita se ...
 
 
E poi c'è la mia nuova vocazione contadina, che lo diceva pure Zarathustra di tornare alla terra.
E per caso pianto peperoni e viene fuori una pianta di zucca, che poveraccia nella fioriera ci sta stretta e comincia a rampicare sul balcone, e mi tocca potarla un po', e per Halloween raccoglierò il primo prodotto del mio orto urbano e ci farò magari una torta, o dei biscotti, o idee?
 
Ho piantato pure pomodorini e peperoni (di nuovo) fuori stagione, che sul mio balcone ci batte il sole e qui l'inverno non arriva fino a dicembre, e vediamo un po'.
 
E ho scoperto che oltre alle api all'impollinazione ci pensano pure le formiche, e che mi piace annaffiare le piante e carezzarle e così ho accettato di condividere un orto con la mia ex-alunna e ora amica Isabel, e abbiamo piantato cavoli e cipolle e non mi ricordo cos'altro, e mi è venuto subito un callo sulla mano e il giorno dopo mi facevano male i reni, ma che terrena felicità.
 
 


E poi faccio da ponte fra i miei ex-studenti che hanno 10 anni meno di me e le mie coinquiline della stessa età, e  mi ritrovo a uscire di sera con ventenni lontani dai trenta e a sentirmi chiedere:
ma tu sei erasmus? Sì, erasmus in pensione, o erasmusnonna, l'erasmus l'ho fatto 14 anni fa e chi chiede si fa due rapidi calcoli e ci manca poco che cominci a darmi del Lei.

E io ci provo pure a mettermi un vestitino della mia gioventù, ma non li so più portare, e così mi metto i jeans e esco, ma solo fino alle due, perché poi c'è un altro prima dell'alba che mi attende, e ora il sole è infine sorto e tocca accendere il bottone della modalità lavoro: on.

E buona domenica a tutti.

7.10.13

Buon lunedì

Altro giro, altra corsa.

I lunedì si susseguono come cagnolini che si mordono la coda.

Mi addormento il fine settimana ed è già lunedì, e il fine settimana di mille cose mi sembra una serie televisiva vista con un occhio chiuso e uno aperto all'uscita di classe il giovedì sera, quando stramazzo sul letto come uno spaventapasseri, dopo essermi pesata ed aver scoperto che in 4 giorni di lezione ho perso 1kg.

Venerdì non ho lavorato, ultimo venerdì del vecchio contratto che ci concedeva un weekend più lungo e 200 euro in meno. Non so se 180 euro per la precisione valgono una giornata in più in ufficio, dove ho già spazzolino da denti, spazzola, maglietta di ricambio, crema idratante, ciabatte e deodorante.
Ma so che se dico di no mi fregheranno comunque, mettendo le riunioni i venerdì e i non dovrei si trasformerebbero in devo, e allora accetto i 180 euro e riempio il frigo della sala prof di banane.

Venerdì non lavorativo vado a donare il sangue, per vedere se dopo un anno da vegana è ancora rosso, e per finire a dare consigli di salute alle due mediche che mi chiedono ma allora che mangi, oddio, ma come fai ad aver l'emoglobina a 13? Oddio, ma il cuore ti batte, oddio, ma davvero non ti ammali mai?
Mi sento wonderwomanvegan, stavolta non mi viene neppure il livido, mangio come una sfondata per recuperare e me ne vado a letto sognando un infartuato trasfuso che all'improvviso si risveglierà vegano, perché i miei globuli sono più cazzuti  forti dei suoi.

Sabato mattina mi sveglio e mi ricordo che devo fare lezione/ripetizioni, ho promesso, e poi all'ultimo minuto con un altro vegano, Jose, si decide che però c'è pure tempo di andare alla Ecoaltea, che è questa roba qua, una sorta di sagra/festa/fiera vegana vegetariana bio hippy musica massaggi reiki rasta piedi scalzi e mamme che allattano mentre camminano.

Ci arriviamo all'ora di pranzo e ci fiondiamo immediatamente nella zona cibarie. 
Io sospettosa ho lo zaino pieno di frutta e invece in uno stand su due vendono roba vegana.
Presi dal delirio per la troppa scelta vaghiamo fra gli stand sniffando l'aria, è vegano? Oh mio dio, lo voglio, e questo? Pure? Fame, panino, dolce, cous cous, cibo indiano, giapponese, torte ...

Alla fine mi mangio un hamburguerozzo di seitan, e poi condividiamo un piatto di robe indiane e un altro di tagliatelle giapponesi. Vorrei convincere il mio stomaco che non è pieno, ma non ci riesco, e allora cominciamo a vagabondare hippescamente, circondati da bimbi che corrono scalzi e spericolati e genitori sdraiati sull'erba, stranieri bruciacchiati dal sole e carnivori sospettosi.

Finiamo per vedere uno spettacolo di un mimo e poi andare a una charla sull'importanza delle api, vaghiamo come palline pigre in questo biliardino multicolor in cui un po' mi ritrovo e un po' no, perché certa gente fa dell'essere hippy una professione e poi sicuro che a casa hanno il maxi schermo e la BMW.

Ma non è finita.

La domenica comincia con un trueque, che in italiano è baratto, ed è la mia nuova maniera di combattere il consumismo. A Murcia i negozi dell'usato non ci sono, la gente compra magliette di seconda mano a London pagandole oro, però poi se gli dico che a cambio della mia cyclette mai usato ho ottenuto un carrello per andare a fare la spesa e una pentola di ceramica mi guardano di traverso, e io penso alle case piene di roba inutile e depressa che vorrebbe essere usata da qualcuno e non finire morta di polvere.

(Con il mio carrellino ora sono una vera nonnetta)

La domenica si conclude con le nuvole, e mi vedo con Louisa, di Glasgow. Non piove ma l'accento glaswegian mi riporta alla patria del mio cuore, che quest'anno non ci sono stata ancora neanche una volta, comincio a soffrire di nostalgia e come un segugio cerco su facebook scozzesi a Murcia, in vista della festa di Saint Andrew's a novembre. 

Ed è di nuovo lunedì, e carica come un mulo arrivo di nuovo in ufficio prima dell'alba, che ci sono lezioni da preparare, lavagne da montare, libri da consegnare, video da vedere, compiti da correggere, training autogeno da fare per sopportare le señoras delle mie classi, che sono tutte ripetenti e hanno tutto il libro già fatto e ci manca poco che si alzano e si mettono loro a fare lezione.

Buon lunedì.

3.10.13

1º Veganniversario

Un anno fa scrivevo questo post.
È già passato un anno, e magari a forza di post vegani c'è qualcuno di voi che pensa:
e se ci provassi anche io? Ma come si fa? Ma che mi mangio? Ma le proteine? Ma il calcio? Ma come faccio a vivere senza (inserire: formaggio, yogurt, coscia di pollo, bisteccona, calamari) ...
Ma, ma, ma ...

Ecco, questi ma all'inizio ce li avevo pure io, tutti, tutti di botto la prima settimana.
Bombardavo gruppi vegani alla ricerca di cifre, consigli, dritte.
Leggevo  quinoa, muscolo di grano, spirulina, e il cervello mi faceva fumo.
Ascoltavo gente esperta parlare di B12, seitan, specismo, China Study e annuivo riconoscendo mentalmente tutta la mia veganignoranza.

Ci ho messo magari un paio di mesetti ad ingranare.
A capire che tipo di vegana ero, cosa tolleravo, dov'erano i miei limiti, e sopratutto a trovare il mio posto nel mondo veganomurciano e veganomondiale.

Avere intorno amici vegani (quelli di cui vi avevo parlato in questo post) ha reso tutto decisamente più facile.

Ma diventare vegana per me è stato sopratutto trovare la mia dimensione per essere in pace con il mondo e con me stessa ed il mio corpo.
È da un anno che non ho mal di testa, mal di pancia, raffreddore, febbre.
NIENTE DI NIENTE. Neanche un moccioletto per sbaglio, neanche un po' di mal di gola.
È da un anno che raramente qualcosa mi fa preoccupare da non dormirci la notte.
È da un anno che dico a tutti quelli che incrocio che ci provino, ad essere vegani, per un mese, e poi non torneranno più indietro.

Perché dubito che qualcuno coscientemente desideri impasticcarsi di medicine, schiattare di colesterolo, o essere il responsabile della morte e sofferenza non solo di tanti animali, ma anche di altri esseri umani e del pianeta che lasceremo alle generazioni future.

Ed è da più di un anno che non mangiavo la mia torta preferita, la carrot cake, e oggi sono andata al negozio vegano di Murcia e guarda un po', ce n'era proprio una fettina ad aspettarmi.

Buon veganniversario a me!