19.3.17

Dal secchio a ...

Sono sempre stata un po' San Tommaso, preferisco vedere coi miei occhi più che ascoltare ciò che mi raccontano gli altri e se ho un dubbio faccio mille domande prima di criticare.
Così, stanca di sentire persone lamentarsi sul: ma che si ricicla a fare, intanto poi buttano tutto insieme? ho deciso di indagare in prima persona.

Vi è mai venuto in mente di andare a vedere come funziona una discarica? O un centro di riciclaggio rifiuti? Sapete dove va a finire tutto ciò che gettate nei cassonetti? Io ho voluto scoprirlo.

Su facebook seguo parecchie pagine di vita zerowaste (residui zero), di riciclaggio, di minimalismo e compagnia bella e facebook - che normalmente mi propone pubblicità di prosciutti o viagra - per una volta ha azzeccato, suggerendomi la pagina di Murcia Ciudad Sostenible. Così ho scoperto l'esistenza di un Centro per il Trattamento dei Residui Solidi Urbani a 18km da Murcia città e senza sapere esattamente di cosa si trattasse, mi sono unita a una scolaresca in gita per andare a visitarlo.

La responsabile del centro è stata gentilissima ed entusiasta. Non sono molte le persone che scelgono di andare a scoprire cosa succede alla loro mondezza! Qunidi sono stata trattata come un'ospite d'onore. Mentre i bimbi facevano il loro giro con spiegazioni adattate a loro, io ho potuto scoprire dati più tecnici, curiosità interessantissime, sbirciare nella zona macchine e fare tutte le domande che volevo.

Non entrerò nei dettagli, ma dopo questa visita mi sento di dire che tutti i cittadini dovrebbero visitare un centro del genere (ce ne sono di sicuro di simili in tutte le città) e poi fare i conti con la propria coscienza.

Innanzitutto ho scoperto che vetro e carta vengono riciclati altrove, il vetro spedito in un'altra regione e la carta a un altro stabilimento. Nella vostra città sapete come funziona?
La plastica e l'indifferenziata (a Murcia non ci sono ancora cassonetti per l'organico) che arrivano in questo Centro vengono trattate per poi essere passate ad altre aziende che si occupano dell'effettivo riciclaggio (passo successivo: trovarne una da visitare). È anche attivissima una zona di produzione di biogas, un capannone dove robot rastrellatori aiutano a trasformare scarti di origine organica per il compost, la zona residui industriali voluminosi, la parte residui dell'azienda di birra locale e tanto altro.

A Cañada Hermosa si sono organizzati con un'aula didattica con una simpaticissima incaricata che cerca di interessare i motivare le scuole in visita, un trenino per fare un giro turistico e dei corridoi sopraelevati e chiusi che permettono di scoprire il processo di separazione residui nelle fauci dei macchinari.

Ma lo sapevate che ognuno di noi produce più di un kg di mondezza al giorno? Eppure c'è ancora tantissima gente che non sa come usare i cassonetti o semplicemente se ne frega.
A Murcia, a differenza di Roma, non ho mai visto cassonetti o cestini straripanti, eppure - per ciò che sento dagli alunni delle mie classi all'università - non tutti riciclano tutto, si accontentano magari di spearare il vetro, o la carta, e il resto tutto al cassonetto dell'indifferenziato.

Il problema fondamentale è che tutto ciò che viene buttato nell'indifferenziato, verrà sì smistato, ma non potrà essere sfruttato appieno, uscirà insomma dalla catena del riciclaggio. Verrà magari usato in altri modi (produzione di energia), ma perderà tantissime vite e farà perdere a noi e al pianeta tantissime risorse.


Io non mi sarei mai aspettata di trovare macchinari così avanzati, che smistano, selezionano, incanalano, separano, soffiano, scuotono. Una tecnologia davvero spettacolare che però abbiamo il dovere di aiutare.
Come?

Con le 3 R + 1!
Rifiuta - e non mi riferisco solo a dire di no alle buste di plastica, ma per esempio alla cannuccia in una bevanda (perché non comprarsi una cannuccia di acciaio da portare in borsa?), alla scatole e scatolette per il cibo take away (io giro sempre con i miei contenitori e buste di tela di varie dimensioni), a quelle buste fine fine in cui si è obbligati a mettere la busta al supermercato (avete provato a chiedere se potete portarvi le vostre buste o contenitori?). Cerca alternative ecologiche ad oggetti di uso quotidiano: basta bottigliette o posate di plastica, torniamo ai fazzoletti o tovaglioli di tela ecc

Riduci - evita di comprare prodotti incartati in mille strati di plastica, cartone ecc. Preferisci i vecchi e cari negozi che vendono cibo, saponi ecc sfusi. Compra la quantità di cibo necessario, imponiti di donare ad una ONG i soldi equivalenti al prezzo del cibo che butti perché lo hai lasciato scadere in frigo o perché ne hai preparato troppo. Lo so, lo so, siamo in un mondo che corre. Ma io dopo aver visto coi miei occhi un hangar pieno di buste di mondezza penso che sia nostro dovere togliere tempo ad altro e pensare alla Terra, che è la nostra casa e nostra Madre.

Riusa - sii creativo, pensa a cosa potrebbe servirti quell'oggetto che vorresti buttare via. (prossimamente su questi schermi, stendino mobile fatto con un vecchio ombrello). E se proprio non serve a te, a chi potrebbe servire? Pensa, pensa, pensa. Chiediti pure: ma perché mai ho comprato questo oggetto se poi non l'ho mai usato? Blocca gli impulsi consumisti, metti i soldi in un salvadanaio invece di comprarti l'ennesima magliettina o blocchettino e risparmiali per un viaggio.

Ricicla  - se proprio non c'è più nulla da fare, allora butta nel cassonetto giusto. Però questo deve essere proprio l'ultimo passo. Prima di arrivarci pensa ancora una volta: ci sarà qualcuno che raccoglie questo tipo di oggetti? Ti meraviglierai! Ho scoperto quest'anno che ci sono associazioni che raccolgono cellulari rotti, penne usate, francobolli. tappi di bottiglia di plastica e di metallo. Unisciti a una pagina zerowaste della tua zona o Paese, scopri come autoprodurre. Gioisci se infine non dovrai scendere a buttare la mondezza tutte le sere.

E poi informati, chiedi, esigi. Non lasciare che siano le istituzioni a decidere per te. Non lanciare commenti negativi o critiche senza avere dati certi. E cerca soluzioni per aiutare il tuo Comune, la tua città, il tuo paesino, perché la mondezza non la generano loro, la produci tu.

Per me è stato un onore essere accolta al Cañada Hermosa e spero nei commenti di trovare qualcuno che mi racconti che, motivato da questo post, ha deciso di contattare un centro simile dalle sue parti e come è andata la sua visita.





6.3.17

È passato un anno

È passato un anno, amica.
Un anno da quando te ne sei andata, eppure non ti ho lasciata.
Ti ho trattenuta qui, ogni giorno, ti ho parlato come se ci fossi ancora.

È passato un anno, amica.
E la mia vita si è un po' arenata.
Non ho accettato che te ne fossi andata.
Non sono neppure venuta al tuo funerale.
Ho fatto finta, per un anno, che nulla fosse cambiato.
Che tu magari tti fossi trasferita in un altro Paese, a cercare lavoro.

È passato un anno, amica.
E ho pianto ogni giorno.
Mi si è chiusa la gola e non sono riuscita a respirare.
Ho dormito poco e male.

È passato un anno, amica.
E mi sono ammalata per il dolore.
L'ho tenuto dentro, stretto stretto, per non separarmi da te.
Ma so bene che non era ciò che avresti voluto.

Così oggi verrò a salutarti.
Verrò ad accettare che non ci sei più.
Non qui.
Respirerò forte.
Piangerò una volta ancora.
E poi stanotte ricomincerò a dormire.
E a guarire.


4.3.17

La mia missione 2017 (febbraio)

Ecco qua il resoconto delle mie attività di febbraio

1) Da 5 anni avevo in casa un bottiglione da 5 litri in cui generazioni di coinquilini di varie nazionalità avevano versato i loro resti di olio di fritture varie.
Io non friggo, ma so benissimo che un solo litro è in grado di formare una pellicola inquinante grande quanto un campo da calcio e di rendere non potabile un milione di litri d’acqua (pari a circa la quantità consumata da un individuo in 14 anni). Inoltre intasa le tubature e causa problemi anche ai depuratori più sofisticati.

Finalmente, approfittando di una passeggiata, ho portato il boccione puzzolente e unto a un Ecopuntomovil, una sorta di camion che il Comune di Murcia mette a disposizione dei cittadini, in varie zone della città e in vari orari, così chi non ha la macchina e non può arrivare fino all' Ecopunto fisso, ha comunque la possibilità di smaltire rifiuti che non vanno nei cassonetti.

Ricordate che neanche quello delle scatolette di tonno o dei cibi sottolio va gettato nel lavandino. Spesso sento dire: ma è poco poco. Ed è sempre questa la logica sbagliata. Tanti poco sommati fanno un sacco di milioni.

Voi che ci fate con l'olio usato?

2) A Murcia quest'anno ha fatto parecchio freddo. Diluvio a dicembre, addirittura neve a gennaio. Così la fioritura degli alberi di arance decorativi (ma non potevano piantare aranci normali????) quest'anno è cominciata più tardi e ora ci ritroviamo con gli alberi carichi di arance amare che cominciano a cadere, ad essere pestate dalle macchine, prese a calci dai bambini, tirate dagli adolescenti.
Probabilmente la potatura era prevista per dicembre, ma non c'era frutta sugli alberi. Quindi magari ritardata e dimenticata. Attraverso la solita applicazione del Comune di Murcia ho mandato un avviso ed è già tutta la settimana che stanno procedendo a taglio e pulizia. È un peccato che queste arance non siano mangiabili, mi dicono per ragioni di igiene e di spessore delle radici. A quanto pare vengono usate come cibo per gli animali. Che bello sarebbe se le città avessero giardini con alberi da frutta pubblici, credo ci sia un progetto del genere negli Stati Uniti. Io quando ero piccola andavo con mio padre e mia sorella a raccogliere le ciliegie o susine all'EUR a Roma. 

3) Nel corso della sua vita fertile una donna usa in media 12000 assorbenti. A parte che ci sono sprovvedute che li buttano ancora nel water (e chissà dove pensano che vadano a finire - tampax, assorbenti, salvaslip, salviettine umide e qualsiasi altra cosa che non sia carta igienica devono essere gettati nel cestino, non nel wc), ma a parte questo poche si soffermano a pensare sulla quantità di residui - non riciclabili - che si producono solo per il fatto di avere il ciclo. Io da anni uso la coppetta, ma a volte per motivi vari non è la soluzione migliore. E allora per evitare gli assorbenti usa e getta infine ho trovato quelli lavabili. Cercavo una marca locale (perché voglio evitare quanto il più possibile le spedizioni e gli imballaggi) e assorbenti che fossero venduti sfusi, non in confezioni di plastica. Ed eccoli qua, di una marca spagnola (Aguas de Luna), trovati in un negozio vicino al lavoro. Lavabili, si asciugano velocissimamente. 
Sono comodi, forse funzionano meglio per chi non porta pantaloni bragaloni come i miei, perché nel mio caso si muovono un po', ma forse è anche farci l'abitudine. Esistono di vari formati, gradi di assorbenza, colori e fantasie. Sono anche abbastanza facili da autoprodurre se si sa cucire.





4) Dopo aver dedicato una domenica mattina a raccogliere tutte le bottiglie di plastica che trovavo sulla mia strada (in campagna), ne ho passata un'altra a raccogliere lattine. Due bustone intere, abbandonate fra i cespugli, lungo il fiume, accanto alle panchine. Vecchie e arruginite e nuove nuove appena buttate.
Ho cercato di raccoglierle facendomi notare, un paio di bimbi hanno chiesto ai genitori che facevo, altri mi hanno guardato e sorriso. Su facebook varie persone si sono offerte ad accompagnarmi nella mia prossima missione raccatta-mondezza. Fra l'altro a quanto pare queste lattine sarebbero anche rivendibili e forse non lontano da casa mia dovrebbe esserci un posto che le accetta. Vi aggiornerò.

5) Ho smesso di portare bottiglie di plastica al lavoro e ora ne riutilizzo due di vetro (di succhi di frutta grandi, da 1.5l e da 700ml) ricoperte con dei vecchi calzini, di quelli che arrivano all'altezza del ginocchio, per attutire gli urti. Ho una borraccia di alluminio, ma oltre a non essere il materiale migliore, l'acqua dopo un po' puzza. Il vetro è decisamente meglio.

Le bottiglie di plastica non andrebbero mai riempite di nuovo (la plastica comincia a deteriorarsi e ce la beviamo) e comprarne sempre di nuove è più costoso che il riempire l'acqua alla fontanella dell'università, oltre a essere uno spreco assurdo di risorse. Fra l'altro la plastica è un interferente endocrino e può causare svariati problemi ormonali. Siete disposti a mettere la comodità prima della salute?

Queste sono alcune delle mie azioni del mese di febbraio. Altre foto ed info le trovate qui su facebook.