Per combattere la vita allo sbaraglio che come un cane bagnato e infangato ti corre incontro, ascolto video zen e leggo le vite di maratoneti e mi convinco che devo dare un ordine diverso alla mia routine.
Così mi faccio uno schema, delle cose da fare ogni settimana e le cancello con l'evidenziatore verde speranza o giallo limoni rubati nei campi, che quello è il compito della domenica. Poi la domenica sera lo strappo e ne comincio uno nuovo sul cartone della scatola dei digestive.
Voglio macinare km a piedi o vasche in piscina, per arrivare dove non lo so, per ora procedo.
Qualche settimana di sveglia alle 4, bello il mondo silenzioso e immobile e le mattine che durano una giornata intera, e mo' che faccio?
Penso di aver tutto sotto controllo, il processo di trasformazione in asceta è pressoche terminato.
Ma come diceva un mio prof all'università, non va bene essere eccellenti, vuol dire che non hai più niente da imparare, e allora mi faccio lo sgambetto da sola e mi avveleno.
Perché lo so che i funghi contengono simil lattosio, lo so che il glutine è uno degli ultimi nemici che vogliono strapparmi il passaporto italiano, lo so, ma mi faccio la pasta coi funghi, così, a secco, senza sugo, senza olio, e mentre i funghi cuociono penso ammazza quanto puzzano e il cervello registra l'informazione e fa harakiri.
Il giorno dopo ho la febbre, un mattone nello stomaco, di quelli arancioni porosi che spaccano i vetri nei fumetti e affondano i cadaveri dei mafiosi nei laghi. Per precauzione non vado in piscina e mi rintano nel letto, a smaltire la mia sbornia nell'immobilità di cetaceo arenato.
È forse il corpo che dice ferma, va bene, fatti pure gli schemi che vuoi, ma ci hai pensato bene? Dov'è che razzoli e arranchi, dove vuoi arrivare?
Ignoro le voci, risorgo di lunedì, ma lui, il corpo, c'ha tutti i suoi bei meccanismi per frenarmi e far correre la mente, invece di farla girare a vanvera come un mulino impazzito.
Sono in classe quando all'improvviso mi si ingolfa la voce, i polmoni chiudono bottega e comincio a starnazzare. Il giorno dopo la voce non c'è più, andata, e io me ne sto zitta tutta la mattina solitaria, poi vado al bagno e faccio una prova davanti allo specchio, ma no, la voce non c'è.
Però non sto più male e allora vado a lezione lo stesso, fiduciosa che magicamente alle 4 tornerà, invece alle 4 arriva Arturo er Camionista 3 pacchetti di sigarette al giorno, che sono io in tuta in versione svociata.
Gli alunni mi dicono ma i vegani non si ammalano mai, io pure lo penso, questo silenzio forzato deve essere altro.
Che poi mica ci vuole tanto a capirlo, se non hai voce, saranno gli altri a dover parlare, tu puoi al massimo fare le facce, scrivere alla lavagna, assentire, pollice in su, conto fino a 10 e poi ...
E così ascolto e imparo la mia lezione, che parlo troppo e sempre, e quando i polmoni collassano sono infine gli altri a parlare, senza interruzioni, e forse senza paura o soggezione.
Ascolto infine i miei alunni chiacchieroni, senza FRIEND non si dice FREE END, e tu che ne pensi? E ora passiamo ad un altro argomento.
È bello, per due giorni, farsi guidare, oggi quest'attività continua perché hanno un sacco da dire e non posso fermarli e poi li ritrovo fuori di classe che continuano a parlare, del condividere, del perché in un Paese apparentemente tanto amichevole e amicone come la Spagna, spesso regna un individualismo così rassegnato da far paura.
In silenzio assimilo anche un complimento laddove mi aspettavo una critica o della negatività, vengo a lezione, teacher, perché mi piace come insegni, perché qua imparo e metto in pratica - lui che la lezione precedente si era stressato e aveva sbottato.
In silenzio nessuno viene a cercarmi per raccontarmi pettegolezzi o malignità, perché non posso dire niente di rimando e mi scrollo di dosso un bel po' di negatività.
Lezione imparata, la prossima volta tengo la bocca chiusa e così non ci entrano neppure funghi assassini.
Lo strumento più potente di un professore è la voce.
Lo strumento più potente di un professore è il silenzio.
Qualche volta (spesso) vorrei essere senza voce anch'io, per evitare di dire cose di cui puntualmente mi pento. Maledetta impulsività.
ReplyDeleteDavvero i vegani non si ammalano mai?
Ieri ho fatto un cartello da appiccicare fuori dalla mia classe.
DeleteBefore you speak THINK:
Is it True?
Is it Helpful?
Is it Iinspiring?
Is it Necessary?
Is it Kind?
I vegani che mangiano sano in genere non si ammalano, ultimamente io ho mangiato troppo glutine e troppi biscotti (niente abbuffate, ma il mi corpo non è più abituato) e allora ZAC, punizione!
Da quando ho iniziato a sostituire tutto con le farine integrali ho iniziato ad avere problemi di digestione con quelle bianche, penso che il mio stomaco faccia fatica ad assimilarle le rare volte che le mangio.
ReplyDeleteAnche io sono un tipo da liste da depennare, ma a volte mi mettono ansia.
Pure io stesso percorso per parlare meno. Le mie corde vocali sono messe male...e quindi taccio.
ReplyDeleteOh, questa la proverò con i miei studenti. Scusate, non ho voce, parlate voi. Voglio proprio vedere cosa viene fuori!
ReplyDeleteMamma mia, questa è stata proprio tosta come esperienza. Non ti avvelenare piùùù! :-*
ReplyDeletelezione meravigliosa, cmq.
comincio a preoccuparmi...tutto bene?
ReplyDeleteEro in Italia, ora presa dagli esami di fine semestre e un po' di blog-silenzio!
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