2.8.14

Topolino di campagna, topolino di città.

E infine si parte.

Treno delle 6.35, arrivo a Barcellona alle 13.39.

Quando l'abbiamo comprato, con due mesi di anticipo e spinte dal prezzo (22.50€) non abbiamo pensato che 7 ore di treno potessero significare un passeggero (uomo, settantenne, ex-psicologo, esperto di piante, geografia, musica, latino, proverbi, lingue ...) che non si azzitta un secondo, e parla parla parla, non con noi, ma con tutte le donne che gli capitano a tiro.
Cerca di rimorchiarsi una giovane e obesa nonna dell'Honduras, passando per una povera koreana che non parla spagnolo, per concludere con un'italiana ammaliata dalle sue conoscenze musicali di Romina Power e Gigliola Cinquetti.


All'arrivo a Barcellona siamo disorientate e ci perdiamo per la stazione di Sants. 
Topoline di campagna che non siamo altro, questa città dai lunghi e larghi viali e gli edifici altiiii, mi crea un po' di ansia, turistituristituristi, bici, macchine, gente che corre, traffico sotto il sole cocente.
Non prendiamo nemmeno la metro, scarpiniamo fino all'ostello, in cui il proprietario beato sta stendendo i lenzuoli e mi da tempo di pensare: perché abbiamo deciso di dormire in camerata coi letti a castello?

Ma non c'è tempo di soffermarsi troppo, è arrivata Valeria, che ha fatto l'erasmus con me a Murcia 15 anni fa, vive a Barcellona e non vedo da allora. Carramba che sorpresa!
Lei è reduce da un viaggetto di sette mesi sette in giro per l'America latina e io sono curiosa di sapere come l'ha organizzato, dove ha dormito, chi ha conosciuto, come si è mossa, e la bombardo di domande, mentre cominciamo il nostro giro per la città, alla ricerca di un posto vegano per mangiare.

Ricordiamo i vecchi tempi e, come spesso mi capita, 15 anni sembrano non passati, in valigia c'ho addirittura dei pantaloni di quando ero erasmus!


Barcellona io l'ho già visitata da ggggiovane, appunto quando ero in erasmus, quando ero ancora la Ceciliadiunagrandecittà. Ora l'afa e l'umidità minano la mia resistenza, e mi lascio distrattamente sorprendere dalla varietà di persone e posti, dai fiumi di gente di ogni dove, da storie ed edifici, da graffiti e negozietti. 

Mi rendo conto che non sono più abituata al tumulto, che ricerco angolini tranquilli per una pausa ristoratrice e che viaggiare vegano significa gioire alla vista di una frutteria. Cena svoltata, cocomero, melone, pesche, pomodori, doccia nel bagno senza chiave dell'ostello, e poi via, sul letto a castello, come da ggggggiovane, a sperare che i compagni di stanza non facciano casino. 

Lo fanno? Boh! Io mi sono addormentata come un sasso, cullata dal rumore del traffico, che quello sì che mi rimane dai miei tempi di topolinodicittà.


4 comments:

  1. Belle queste rimpatriate! In questi giorni ho ritrovato anche io vecchie amiche...spero di poterle rivedere presto.
    Non sono mai stata a Barcellona...ma credo mi farebbe lo stesso effetto che ha fatto a te!

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    1. È bella, ci sono tante cose da fare, però è davvero troppo grande e caotica x me!

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  2. Ah, allora si fa così? Se corro la maratona e mi sfinisco, poi dormo anche con i nuovi vicini che mi traslocano sopra la testa?

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    1. Funziona funziona! Sono 3 notti che dormo fregandomene dei rumori ... Tocca macinà kilometri!

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