All'inizio da Roma a Dijon avevo pensato di prendere il pullman, poi però il treno diretto con cuccetta costava solo 20€ in più e si viaggiava di notte, e allora ho pensato perché no?
Perché no?
Perché il mio vagone era l'unico senza aria condizionata, e se non fosse insorto un signore italiano il cui figlio aveva una crisi respiratoria, avremmo fatto la sauna.
Il vagone accanto, vuoto e fresco, l'abbiamo allora preso d'assalto, facendo un tam-tam in italianofranceseingleseagnolo, mentre il povero controllore non sapeva che fare e dire e ci ha lasciati passare, valanga accalorata.
Per me si prospettava una notte in scompartimento da 6, rovente, con due cinesi puzzolenti di fumo, che alle 8 avevano apparecchiato, tirando fuori le tipiche vaschette di alluminio di riso, involtini e fritture varie e che avevano subito rovesciato una lattina di birra per terra e sugli zainoni degli altri due compagni di viaggio, due hawaiani cicciottoni che sulle brandine mica ci entravano.
Poi il treno è stato fermato, sono venuti tutti i controllori, il capotreno, e tutte le giacche catarinfrangenti presenti e alla fine ci hanno detto che potevano rimanere nel vagone fresco, a patto di rispettare lo stesso numero dei posti prenotati.
E così è stata una notte a tratti gelata nel vagone successivo con gli stessi compagni di viaggio più uno salito nel cuore della notte, e un'oretta di ritardo accumulata.
E poi una giornata passata a Dijon, a vagabondare con la valigia al seguito, e raccontarci le peripezie di un anno (quelle di Eva decisamente farebbero impallidire Willie Fog, dagli pseudo-studi Danimarca al volontariato in Africa in furgoncino, poi ritorno in Francia, Germania a lavorare coi disabili, vacanzina in Francia-Germania e fra 10 giorni autostop fino alla Polonia), e a riposare e sguazzare nel minilaghetto-piscinetta di uno dei parchi cittadini, popolato da bimbi entusiasti ed adolescenti finalmente lontani dagli schermi di cellulari, playstation, computer.
Dijon: la città delle civette, una delle città più pulite che io abbia mai visto, gente in bici, bus turistico gratis, silenzio, praticamente zero turisti, spazzini a non finire, polizia qua e là, bei dettagli, a misura di famiglie e di gente tranquilla.
E poi il viaggio verso Besançon, la mia prima esperienza con www.blablacar.com (condivisione viaggi in macchina, risparmio monetario, energetico ed incontri interessanti) con una signora cinquantenne francese che ha vissuto 5 anni a Roma e racconta in francese (che magicamente riesco a capire sempre più) tutte le cose dell'Italia che le mancano (prima fra tutti il crodino, poi i Carabinieri, che secondo lei sono tutti gnocconi eleganti) e quelle che la facevano incavolare.
E raccontando raccontando sbaglia strada e se non fosse per google maps sull'ipad saremmo finite a Lione!
E infine arrivate alla prima destinazione, Besançon, casa di Eva, mangiato mezzo cocomero e finalmente riposo.
Picnic cinese sul treno
Verdeverdeverdemucchemucchemucche
Ritrovarsi dopo un anno
al fresco
Bello questo viaggio francese itinerante, ci saranno altre tappe? I viaggi/pellegrinaggio a trovare gli amici sono i miei preferiti in assoluto!
ReplyDeleteSono in viaggio fino al 21, un sacco di tappe! Stay tuned!
Deletema che figata sta cosa della macchina con chiaccherata!
ReplyDeleteSi risparmiano tempo e soldi, ma i miei neuroni dopo un'ora intensa di chiacchiere in francese erano davvero alla frutta!
DeleteEcco dove sei! non avrei indovinato stavolta!
ReplyDeleteIo fremo in attesa del mio volo domani...e a casa Mcgoldrick tutti mi aspettano!
Baci