Il Ferragosto in Germania non si festeggia e per me e Gesche comincia prima dell'alba perché abbiamo un treno da prendere insieme e poi le nostre strade si separeranno: lei se ne va a scalare il Triglav in Slovenia, io in Svezia a trovare la mia amichetta/sorellina Cecy.
Alla stazione per il freddo mi viene un improvviso mal di pancia e mi chiedo se i tedeschi riescano anche ad andare al bagno a comando, perché sono le 6 ma le toilette aprono alle 7.
Salutata Gesche prendo il mio primo treno da sola in Tedesconia, che mi porterà a Lubecca, la città del marzapane (c'è anche il salone del marzapane) e l'ultima tappa tedesca, scelta perché da lì parte il volo per Stoccolma e perché ho trovato una couchsurfer che mi ospita. Alla fine in realtà lei non può ospitarmi, ma non devo temere un notte all'addiaccio. Un suo amico infatti ha una stanza da offrirmi e lei la giornata libera per fare la turista con me.
Viene a prendermi alla stazione coi suoi due microcani, e si prodiga a comprare veganità varie per colazione: pane, e spalmini e mortadelle/prosciuttelli vegan, che mangiamo a casa di Benni, caricandoci di energie per il giro della città. Paula e Benni sono amanti dei giochi di ruolo e la casa di Benni è piena di strani oggetti che usano nelle loro avventure fantastiche che mettono anche in scena travestendosi da personaggi vari. Viaggiare all'avventura permette davvero di conoscere gente davvero di tutti i tipi: uomini d'affari, anarchici-vegani, famiglie hippy, turchi in cerca di moglie, e ora i Cavalieri dello zodiaco.
Poi si esce e proprio accanto a casa c'è pure una pasticceria che fa dolci vegani, e allora tocca provare la torta di mele biologica.
Lubecca è una città che sembra il set di un film. Nel senso che le casettine e stradine non mi sembrano vere, ma una ricostruzione di un mondo di altri tempi, dichiarate patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
In centro il simbolo di Lubecca, la Hostentor, la porta della città,
inclinata come molti altri edifici a causa del fondale sabbioso su cui poggiano.
E wikipedia racconta che "durante la Seconda guerra mondiale, Lubecca fu una delle prime città tedesche a subire il martirio del maximum use of fire, la nuova tecnica della tempesta di fuoco messa a punto dalla Gran Bretagna allo scopo di fiaccare il morale della popolazione tedesca. Arthur Harris, capo del Bomber Command, scelse Lubecca come primo esperimento in quanto priva di industrie belliche e dunque scarsamente protetta dalla contraerea. La notte tra il 28 e il 29 marzo 1942, 234 apparecchi ricevettero l’ordine di distruggere la città in 140 minuti con 400 tonnellate di bombe, di cui due terzi incendiarie. Il Duomo e l’80% del centro storico vennero danneggiati, soprattutto il quartiere più antico intorno alla chiesa di Santa Maria, per un totale di circa 1500 case e 130 chilometri di facciate".
Oggi è un giorno turistico 100% e ci concediamo addirittura un giro in barca di un'oretta intorno alla città, che in realtà è un'isola espugnata solo da Napoleone e Hitler, e poi saliamo in cima alla torre della Petrikirche per ammirare la città dall'alto.
Dopo una breve pennichella pre-pranzo, si va a mangiare a un posto vegetariano-vegano, il cafè Erdapfel (Fleischhauerstraße 14): patate al forno ripiene di ceci, lenticchie, insalata, pomodori, mais, ... Per 15€ mangio io e offro la cena ai ragazzi che mi hanno accolta.
Alle 5 nella piazza del mercato/municipio ci apetta Angela Merkel, che è in città per fare un discorsetto ai votanti; ad ottobre si vota di nuovo ed Angie, come la chiamano i suoi fan, fresca fresca di parrucchiere cieco, si presenta nella piazza della cattedrale, accolta da sostenitori, oppositori e curiosi, e da 2 minuti di musica tecno.
Io non è che me la sia mai filata molto, a parte quando capitava che Berlusconi facesse su di lei qualche battuta scema. Non sapevo che quelli della ex-Germania dell'ovest la considerano una contadinotta dell'est e la prendono in giro per il suo accento.
La giornata a Lubecca si conclude così, devo andare al letto presto perché verso le 3.30 mi toccherà svegliarmi. Auf Wiedersehen Deutschland.
Statua del diavolo accanto alla Marienkirche.
La leggenda racconta che il diavolo credeva che i muratori che costruivano la chiesa stessero in realtà costruendo un pub. Quando scoprì la verità cercò di distruggere la chiesa, ma venne convinto di non farlo con la promessa di costruire un pub proprio di fronte alla Marienkirche.
Mi sa che nn ci ho capito niente...quindi il racconto era al contrario?
ReplyDeleteNo, era al verso giusto, dalla Francia alla Svezia passando per la Germania ... Solo che in Germania alcuni giorni non ho scritto e allora recupero ora!
Delete