Partiamo alle 10 e il primo tratto lo facciamo in tram/autobus, con cui magicamente si attraversa il confine ed eccoci in Deutschland. Mi piacciono i confini, metti un piede di qua e ci sono le baguette, uno di là e 'profuma' di krauti.
Scegliamo di appostarci all'entrata di un distributore e non abbiamo neppure il tempo di tirare fuori il cartello che si ferma una coppietta che non deve fare benzina, ma che ci offre un passaggio verso Baden-Baden, il cui nome la dice tutta. Baden: fare il bagno, e infatti questi due se ne vanno a passare la giornata alle terme, di cui raccontano grandi meraviglie.
Avremmo dovuto immaginare che Baden-Baden è per questo una città molto snob ed è difficile trovare un posto dove piazzarci pollice in alto. Non che sia illegale, anzi passano 3 macchine della polizia e ci ignorano, ma ci ignorano anche tutti gli altri, finché non si ferma una signora che si offre di portarci qualche km più il là, alla stazione dei treni, e poi all'improvviso cambia idea e ci molla ad un svincolo, dove ci raccatta subito un'altra macchina che ci molla a un altro svincolo.
Nei passaggi perdiamo il cartello plastificato che rivela la nostra direzione, e la nostra posizione non è proprio ottimale. Mentre io disegno un nuovo cartello sul mio vecchio biglietto del treno, vediamo i minuti scorrere e penso che la scommessa la vincerò io.
Ma si ferma una macchina verde, e una ragazza silenziosa ci porta 30km più a nord, dove neanche facciamo in tempo a scegliere dove sistemarci, che si ferma un camion tutto blu, e il camionista tedesco di origine turca se la ride, mentre cerchiamo di issare le valigie su nella cabina e dietro si forma una fila di macchine, che invece che tirare giù tutti i santi del paradiso e suonare il clacson, aspettano pazienti e infine si parte.
Siamo fortunatissime perché il tipo tatuato e sorridente va diretto all'aeroporto di Francoforte, e dato che è illegale stare seduti in tre in cabina, io devo nascondermi dietro i sedili, dove c'è un comodo materassino, e mentre Eva ridacchia e offre carote all'autista sorpreso, io mi faccio una bella pennica e siamo a Frankfurt in un batter d'occhio.
E di nuovo non abbiamo neppure il tempo di scendere e attraversare la strada, che ben 2 macchine si fermano per darci un passaggio.
Prendiamo la prima ed infine sono io a mantenere la conversazione in inglese con un tipo cicciottoso elegantone che di solito non prende autostoppisti, ma è venerdì, è felice, è il suo ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze e lui non dovrebbe neppure passarci per Francoforte città, e invece carica sul gps l'indirizzo che gli do, ci porta proprio sotto la casa dove passeremo la notte, e se ne va lasciandomi il suo biglietto da visita. La sua ragazza ha una specie di società che si occupa di trovare spagnoli (ingegneri, matematici, ma anche carpentieri, operai) che vogliano abbandonare la Spagna e trasferirsi qua, perché a quanto ci racconta, per i tedeschi è così facile trovare lavoro che alcuni sono addirittura troppo pigri.
La scommessa l'ha vinta Eva, sono le 3.20 quando arriviamo a destinazione.
Ed aspettiamo Konrad, il couchsurfer vegano che ci accoglierà, e che lavora in un supermercato vegano della catena Veganz con bar - tavola calda.
E così il nostro pomeriggio Francofortese comincia con una pizza margherita vegana, e quasi mi viene da piangere per quanto è buona. E perché è la prima volta che entro in un supermercato dove leggo le etichette per capire cos'è un prodotto, ma con la sicurezza che non ci saranno né latte, né uova, né burro, né animaletti morti.
Mi consolo pensando che se in Spagna esistesse qualcosa del genere sarei obesa.
che sfortun che io non fossi a francoforte e neppure online in quei giorni, sarebeb stato bellissimo conoscerti e ospitarvi!!
ReplyDeleteMannaggia davvero, comunque Francoforte mi é piaciuta tantissimo, quindi ci tornerö´...
DeleteCecilia! sono stata da veganz oggi! non ho fatto la spesa, ma mi sono pappata una fetta delle loro buonissime torte!
ReplyDeleteChe invidiaaaa!
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