Abbandoniamo Amburgo di cui non ho visto proprio nulla e dimentico, ahimé, il carica-ipad a casa dell'amico di Eva, condannandomi a qualche giorno di bloggara inattività.
Viaggiamo in treno con un intelligente sistema tedesco per ridurre le spese dei biglietti. Si tratta di una specie di car-pooling, o condivisione viaggi in macchina, ma funziona anche per i treni.
In Germania esiste infatti il biglietto del treno giornaliero per gruppi di fino a 5 persone (kleingruppenkarte) ed esistono pagine web come:
di viaggiatori che si accordano per prendere il treno alla stessa ora e sulla stessa tratta e condividere le spese del biglietto giornaliero. Chi lo compra e si prende l'onere di cercare compagni di viaggio è probabile che viaggi gratis e ci guadagni anche qualcosina.
C'è gente che ha trasformato questo sistema di viaggio in una vera e propria professione (illegale!) e si dedica a riunire viaggiatori e scarrozzare un gruppo giù, uno a ovest, uno a est. Si dice che c'è gente che ci guadagna fino a 2000€ al mese. Io so solo che con questo sistema abbiamo risparmiato 22 euro di biglietto!
Oggi viaggiamo verso Flensburg, dove vive Gesche, in compagnia di una ragazza con l'ipod che non ci si fila e un ragazzo che ha organizzato il viaggio e ci spiega dettagli delle zone che attraversiamo manco fosse un wikipedia vivente.
A Flensburg ci accoglie la pioggia e il cielo carico di nubi, e Gesche che vive in un appartamento in cui il bagno ha due porte e si può fare il giro di tutta casa in cerchio che quasi viene il mal di mare.
Oggi è giornata di festa di mezzestate, anche se a me sembra più mezzinverno, e al centro sociale cittadino hanno organizzato un pranzo vegano. Bisogna portare qualcosa da condividere con gli altri e così noi ci presentiamo con un pentolone di lenticchie, patate e altre verdure preparato da Gesche e ci pappiamo due piattoni di altre veganità senza sapere esattamente cosa siano. Devo dire che sinceramente mi sarei aspettata qualcosa di più sociale, invece tutti se ne stanno seduti a gruppetti, ci sono i soliti cani, i soliti hippy dai piedi neri, i soliti piercing e tatuaggi, ma di spirito di condivisione ben poco. Però è tutto buono e allora non mi lamento!
Che sarà tutta 'sta roba?
Pranziamo e ce ne andiamo sotto la pioggerella a scoprire la città deserta. È domenica e in giro non c'è nessuno. Flensburg (90000 abitanti) non è una meta proprio turistica. È a due passi dalla Danimarca (e i Danesi fino al 2003 ci venivano a frotte a comprare alcolici e tabacco, poi i prezzi sono stati equiparati ed ora sono i norvegesi e gli svedesi che vanno in Danimarca a fare shopping) ed è molto vichinga.
Passeggiamo lungo il molo, dove il mercatino della domenica vende giacche a vento e calosce, poi percorriamo la via principale, per la prima metà popolata di piccoli negozietti di artigianato, e oggetti tutti diversi che poi lascia il posto alle solite grandi marche, i cui negozi non sembrano però spavaldi come in altre città.
Passeggiamo lungo il molo, dove il mercatino della domenica vende giacche a vento e calosce, poi percorriamo la via principale, per la prima metà popolata di piccoli negozietti di artigianato, e oggetti tutti diversi che poi lascia il posto alle solite grandi marche, i cui negozi non sembrano però spavaldi come in altre città.
A Flensburg mi si rompe l'ombrello e devo mettermi tutti i miei vestiti estivi uno sopra all'altro per l'invidia di mamma rimasta a Roma a 40 gradi.
Flensburg me la immagino come luogo prescelto per scrivere libri di pirati e intravedo Corto Maltese in un vicolo. A Flensburg mi colpiscono soprattutto le giacche a collo alto della gente, segno che qua quando c'è vento ti si porta via e si porta via il rumore, lo stress, le preoccupazioni e la vita altra, quella in cui hai una casa e non 12 kg di bagaglio.
quel piattone vegano sembra ottimo!
ReplyDeleteSì, era tutto buonissimo anche se non so assolutamente di cosa si trattasse!
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