Essere vegano molto spesso significa portarsi appresso qualcosa da mangiare, perché non si sa mai se si troverà qualcosa quando si è in giro.
Poi facendo la vita che faccio io, cioè lezione fino alle 8 di sera e poi spesso direttamente al cinema, le mie cene una/due/tre ... volte a settimana si svolgono su comode poltrone rosse, davanti al grande schermo, circondata da spettatori interdetti. (Sì, a Murcia fanno entrare con gli zaini al cinema!)
Io non mangio popcorn da 4 anni mi pare (da quando una volta sotto le feste di Natale ne avevo mangiata una ciotola piena e mi si era gonfiata tutta la lingua), e ovviamente tanti altri cibi cinematografici sono off-limits: nachos con pseudoformaggio, hotdog di chissà che restidcarne, gelati di latte ormonato, insomma, preferisco portarmi la mia cena.
Mi muovo con lo zaino pieno di banane e mele sciolte e con tupperware contenenti un po' di tutto. Il mio cibo cinematografico preferito sono le patate lesse, con contorno di carote, olive, magari veganformaggio piccante.
Giro sempre con scatole e contenitori di ... plastica.
Che sono sempre le stesse, che non le ho neppure comprate io perché erano già in questa casa quando sono arrivata, o sono confezioni di qualcosa riciclate. Però, però, però ...
Da quando due anni fa avevo visto il film Lunchbox (questo qui) mi ero innamorata della storia (la poesia nei piccoli gesti, la vita che cambia, il coraggio di rischiare) e di un oggetto.
Il tiffin.
Che altro non è che un portapranzo di metallo, a vari piani, che si usa molto in India e da quelle parti e ora anche nel Regno Unito (ne avevo già parlato qua). Io all'asilo mi portavo a scuola la mia bella pasta al sugo in un portapranzino di metallo, versione ridotta di un tiffin. Altro che plastica.
E ora, 30 anni più tardi, grazie a Margherita Dolcevita, che ascolta, ricorda e cerca e ricerca su internet, ho il mio tiffin anche io come regalo di Natale. Felicità! Penso che lo battezzerò addirittura, Phiffino, Fiffi, Tiffi, boh.
Forse sarà il caso che io inauguri un'altra rubrica, tipo Cena da Tiffin, per dare idee a chi come me si trova a pranzare e cenare vegano al sacco fuori casa.
Aggiungo che io non uso più i tovaglioli di carta, ma porto sempre appresso un tovagliolo di cotone vecchio stampo e anche posate - in questo caso plasticose comprate all'Ikea, che finché durano le userò.
Aggiungo anche che un Tiffin pesa certo più dei contenitori di plastica, quindi ci saranno giorni e momenti - tipo quando ci sono da fare a piedi gli 8.4km da casa al cinema - che forse non me lo porterò, ma lo userò ogni volta che posso, per diffondere la cultura Tiffin.
anche io ho visto il film e mi sono innamorata di quell´oggetto!Sono peró spesso troppo pigra per preparara qualcosa a casa e spesso finisce che mangio solo frutta e yogurt e cioccolata nei miei pranzi al lavoro.
ReplyDeleteCuriosità: quanto costa il biglietto del cinema a Murcia? so che tu vai gratis, ma in generale com´è? te lo chiedo perchè sabato sera a francoforte hanno cercato di vendermi un biglietto per un normalissimo film in un normalissimo cinema (niente multisala o 3d) per 10,80 euro....la cosa mi ha sconvolta. per fortuna che scegliendo un posto in prima fila vicino allo schermo si poteva avere uno sconto di due euro
È bellissimo il tiffin, fa venire voglia di cucinare e portarsi cose buone in giro. Io vorrei imparare a fare cose indiane, pakora, samosa ecc. Vedremo. Per ora ho fatto un riso con varie spezie e probabilmente stasera lo inauguro!
DeleteA Murcia dipende dal giorno della settimana e dal cinema, però mi pare 7.90 (io vado sempre allo stesso cinema, che è un multisala, per me è gratis lì). Però i mercoledì c'è lo sconto (4.90) e se uno si fa la tessera di quel cinema anche i giovedì. Poi ci sono sconti famiglie e per pensionati e con la tessera dell'università. E spesso ogni biglietto che compri ti timbrano una tesserina e ogni 10 timbri ti regalano un biglietto gratis. Ma il cinema è spesso vuoto, ieri sera per esempio eravamo in 4.
Nooo... io non l'ho visto quel film!! Devo rimediare!!
ReplyDeleteE voglio un tiffin anch'io!!
^_^
Ho rimediato: ho visto il film. Mi è piaciuto davvero tanto, è diverso da tutti i film bolliwoodiani, è tanto "silenzioso" quanto delicato, e infonde quella voglia di cambiamento e quel coraggio di rischiare ai quali accenni (e di cui io ho bisogno per darmi una mossa).
DeleteMi piace il film. Mi piace il tiffin. Mi piace il basso impatto ambientale. Ma soprattutto mi piace l'idea di una rubrica sui cibi da metterci, perciò la aspetto! ^_^
Bello, eh? Io ero andata a vederlo con i miei genitori, era piaciuto tanto anche a loro. Devo cominciare a produrre in cucina, per ora gennaio sarà un mese di follia (esami, esami, esami) e febbraio vorrei fare un mese tutto crudo, vediamo se a marzo posto qualche ricettina!
DeleteA milano si chiama(va) "schiscetta", ma per i figli a scuola sarebbe davvero troppo pesante e fuori moda, ma anche a me piace… Li troviamo nei supermercati tipoWhole Foods, o anche la nostra co-op li vende.
ReplyDeleteAnche io sono sempre alla ricerca di modi per "impattare" il pianeta sempre di meno. Non e' facile, soprattutto quando si ha una famiglia… Ma bisogna continuare a cercare di migliorare...
Pensa un po'! Ma c'era questa a vari 'piani'? Perché io a Roma ce l'avevo, ma solo a un piano. Il mio problema più che usarla è avere tempo di cucinare per riempirla ultimamente! Oggi mi sono svegliata all'alba per prepararmi il pranzo!
DeleteAnche io la conoscevo come "schiscetta". Ricordo che mio padre (pendolare) se la portava dietro quasi sempre per pranzare durante la pausa al lavoro.
ReplyDeleteUna lettrice silenziosa
Ciao lettrice silenziona! Benvenuta! Nel film che cito sopra sono infatti proprio i mariti indiani che se la portano dietro per pranzare al lavoro! A me piace tantissimo! :-)
DeleteEh, sì, è la schiscetta! Si narra che i famosi spaghetti con meatballs (sorry) siano nati così, quando gli operai con la schiscetta cominciarono a mescolare il primo e il secondo...
ReplyDeleteMa quindi anche quella italiana era a più piani? Cercando su internet ne ho viste solo a un contenitore, tipo quella che portavo io all'asilo.
DeleteBellissimo, mio papà ne aveva uno simile che si portava in fabbrica per il pranzo. Noi lo chiamavamo comunemente "baracchino". Adesso invece, che sono io ad andare a lavorare, mio marito mi prepara il "bento", che poi è la stessa cosa ma giapponese.
ReplyDeleteIn Corea ho trovato i contenitori in metallo e li ho presi subito.