Guardando serie televisive alle volte si impara. Vi è mai successo?
Sono un paio di anni che seguo Outlander, di cui vi ho già parlato qui e proprio grazie a questa serie durante il mio viaggio in Scozia ho infine visitato Culloden, luogo della terribile disfatta dei Giacobiti scozzesi, di cui avevo letto e sentito parlare, ma che non mi ero mai presa la briga di cercare.
In un episodio di Outlander invece, Claire, la protagonista, si reca in una sorta di catartico pellegrinaggio al campo di battaglia e guardando per caso googlemaps, ho scoperto che era vicinissimo ad Inverness, tappa 2 del nostro viaggio.
Il 16 aprile 1746 nelle Highlands scozzesi i sostenitori del cattolico Bonnie Prince Charlie (Charles Edward Stuart) furono sconfitti e massacrati dalle forze del re Giorgio II, comandate da suo figlio soprannominato "Billy il Macellaio" per la sua efferratezza nei confronti dei Giacobiti.
Culloden ci aspettava come nel giorno della battaglia, con il cielo nero, l'aria pesante e il campo pieno di pozzanghere e rivoletti di acqua. Forse il miglior modo di vivere questa esperienza, incappucciate e tristi al pensiero dell'antica carneficina.
Alla ricerca della tomba dei Fraser (il clan del protagonista della serie), comincia a piovere a dirotto e qualche lacrima si mescola alle gocce di pioggia. Mi ricorda le sensazioni provate a Ground Zero o al campo di concentramento di Salaspils, ci arrivi ed è come se il vuoto ti prendesse da dentro, un sobbalzo al cuore e il dolore invisibile di più di 1000 morti.
Bonnie Prince Charlie all'inizio mi pareva un eroe romantico, nato a Roma come me, esiliato e di ritorno a combattere per la sua Patria. Ora però ci ho ripensato, le sue azioni di stolto egocentrico portarono alla morte tanti suoi compatrioti e all'annichilamento quasi totale dei clan e delle loro tradizioni - con la proibizione dell'abbigliamento tradizionale fatto di tartan e kilt e la legge sul disarmo, per cui tutte le spade dovevano essere consegnate al governo britannico o lo stanziamento di guarnigioni governative in varie zone strategiche, con il fine di limitare la diffusione di notizie e isolare i clan.
Non sto qui a raccontarvi altre notizie di storia scozzese, di cui solo ultimamente ho cominciato ad interessarmi, ma ecco, se potessi tornare indietro nel tempo pure io, come Claire di Outlander, un pensierino sul fare fuori il Bonnie Prince ce lo farei eccome.
Ho trovato anche questa canzone a commemorare i fantasmi di Culloden
Qui le info per visitare Culloden: http://www.nts.org.uk/Culloden/Home/
Qui le info per visitare Culloden: http://www.nts.org.uk/Culloden/Home/
Qui i prezzi: http://www.nts.org.uk/Culloden/Visit/Prices/
Raggiungibile con un autobus della compagnia Stagecoach, ma occhio che ce ne sono pochi, leggete bene gli orari di ritorno o finirete come noi per dover fare un po' di km a piedi in mezzo al niente per tornare a Inverness. Ci si può arrivare comunque anche in taxi.
Il Visitor Center è interessantissimo e ci sono anche delle rappresentazioni dal vivo, con utensili e armi usati a quell'epoca e con dimostrazioni di cosa fosse effettivamente un kilt/ il tartan all'inizio (una copertona di vari metri che serviva per vestirsi di giorno e appunto coprirsi di notte).
Impariamo anche che i veri maschi scozzesi quando si lanciavano in battaglia gridando, slacciavano la cintura e abbandonavano il loro tartan sul campo e correvano seminudi (solo con una lunga camicia) e spesso scalzi o solo coi calzini - venivano infatti chiamati Redshankes, gambe rosse, arrossate dal vento, dalla pioggia e dalla neve.
Se a qualcuno venisse voglia di farsi un kilt, l'Italian tartan è questo qua.
E per chi non ha ancora visto Outlander, ecco, uno spuntino ... di riflessione.
Be', uno spunto interessante... però non sono sicura di volerlo immaginare che corre seminudo col camicione :-D
ReplyDeleteNon so, guarda un po' la foto che ho postato da te e poi ne riparliamo!
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