Ero stata a Inverness nel giugno del 2003 e non ne avevo un bel ricordo - non per colpa della città, ma della compagnia. A quanto pare Inverness è stata dichiarata due volte il posto più felice della Scozia, dunque mi sono detta bisogna rimediare, sovrascrivere nuovi immagini e momenti associati alla capitale delle Highlands - e di 13 anni fa ricordare solo le 24 ore di luce, che non se ne andava mai.
Questo viaggio ho cominciato ad organizzarlo ad aprile e cercando couchsurfing e simili, una vegana mi aveva messo in contatto con una sua amica dicendomi che faceva parte del gruppo https://www.warmshowers.org/ e che ci avrebbe potuto ospitare nel suo camper.
Non avevo neppure tanto indagato, l'idea del camper mi pareva una grande novità rispetto a ostelli, divani altrui ed aeroporti, ma sì, buttiamoci, sarà un altro tassello del nostro puzzle avventura.
Così avevo comprato un aggeggio per fare la pipì in piedi ('sto coso qua https://go-girl.com/) e mi ero dichiarata pronta ad affrontare le fratte.
E così eccoci qua, in una giornata piovosissima, ad essere accolte da Karen e sua figlia Lily, lei inglese trapiantata in Scozia, prof di pilates, con l'orto in giardino, Lily ragazzina vispa e ginnica, che se dovesse scegliere fra cioccolata e fragole e condannare uno dei due cibi all'estinzione, vorrebbe che rimanessero le fragole, che ce le hanno pure in giardino, insieme a zucchine, lamponi, pomodorini, insalate e penso: ma allora gente come me in Scozia c'è.
Perché io ho sempre questo dubbio, che se tornassi mai a viverci in Scozia, non so se la troverei gente a me affine, minimalista e frugale, ecologica e vegana, con pochi fronzoli.
Ma eccoci nel Carousel, il camper parcheggiato in giardino - non a frattoni -, un lettone e delle copertone calde calde, un minispazio come nelle tiny-houses che mi piacciono tanto e pronte per metterci in marcia.
Perdendoci nelle viuzze del quartiere dall'altro lato della città rispetto al centro, scoprendo i canali (https://www.scottishcanals.co.uk/canals/caledonian-canal/ opera di ingegneria del XIX secolo, 100 km che collegano la costa orientale del mare del Nord a quella occidentale dell'oceano Atlantico, percorso per un terzo artificiale e che sfrutta per due terzi vari laghi, fra cui anche Loch Ness, che i turisti per lo più vedono durante i tour che portano proprio a Loch Ness presso la località di Banavie e la sua Scalinata di Nettuno), le chiesette del lungofiume, il Castello che castello non è più.
Di Inverness ricorderò:
- Lily dai mille talenti che balla per me un ballo scozzese delle Highland https://en.wikipedia.org/wiki/Scottish_highland_dance, facendomi venire voglia di imparare.
- Karen che mi racconta con orgoglio di tutto ciò che riesce a coltivare in giardino e la buonissima insalatona preparata con ingredienti a Km Metro zero.
- La semplicità con cui veniamo accolte e fatte sentire a casa, integrate nelle chiacchiere serali di Karen e sorella + cognato, mentre Lily e cugini giocano in giardino, niente tablet o TV, solo salti sul trampolino, prove da giocolieri, hulahoop e un'idea di spensieratezza che non vedevo da secoli.
- Il silenzio solitario, perché i (pochi) turisti stanno tutti ammassati in 2-3 viuzze del centro, ma il bello di stare a casa di gente del posto sono le dritte che ti portano in posti così, noi, il mare e qualche passante con un cane che ci guarda di soppiatto pensando, queste si sono perse, non ci arriva mai nessuno qua.
Ad Inverness mettiamo in pratica anche due regole del viaggiatore minimal:
- se sei fermo per almeno due giorni lava mutande e calzini e stendili dove puoi, porta sempre con te cordicella e mollette.
- se ti offrono un asciugamano, accettalo, così non dovrai portarti il tuo umidiccio in valigia.
Ad Inverness la mia valigia, dopo avermi accompagnato fedelmente per non so quanti anni, perde una ruota e mi fa capire che vuole rimanersene in Scozia. Il mio io-minimal ne soffre, so che potrei aggiustarla con un po' di tempo e attrezzi e me la porto ancora un po' più in là, anche se dubito che ce la farà fino alla fine del viaggio.
E imparo la regola 3 del viaggiatore minimal:
- se qualcosa è già mezzo scassato prima di partire, finirà di scassarsi durante il viaggio. E questo vale per tutto, quindi occhio ai cocci che vi portate in giro.
Poi ecco, diciamoci la verità, ad Inverness ci sono venuta pure perché è qui che praticamente comincia la storia della serie Outlander, tratta dai libri di Diana Gabaldon. Giusto per invogliarvi comincia così:
Nel 1945 Claire, infermiera durante la II Guerra Mondiale, torna con suo marito Frank nelle Highlands scozzesi per una sorta di "seconda" luna di miele, dopo una lunga separazione a causa della guerra. Durante il soggiorno a Inverness però, Claire viene misteriosamente catapultata indietro nel tempo nella Scozia del 1743, dopo essere entrata in un antico cerchio di pietre magiche , chiamato Craigh na Dun. In Scozia incontra Jamie, un bello scozzesone kiltato e ne succedono di tutti i colori...
E dunque fosse che pure noi troviamo il nostro Jamie da queste parti ...
Senti, ma tu lo sai, vero, che adesso siamo tutte curiose di sapere com'è questo aggeggio per fare la pipì in piedi?
ReplyDeletehttps://go-girl.com/ ... alla fine l'ho usato solo per fare una prova a casa, ma mica è facile!
DeleteMi sono divertita tantissimo a leggere il tuo reportage, Ti seguo e ti aspetto a me! :-)
ReplyDeleteil reportage continua! ;-)
Delete