Non me lo ricordo come l'ho scoperto, questo Gulp, Glob, come si chiama Marghe? Si chiama Gloup.
Che poi Gloup significa voragine in norvegese antico, e quel gloup che ho visto io su chissà quale volantino è su un'altra isola, ma guarda un po', ce n'è uno anche a Deerness (questo), raggiungibile in autobus.
È sulla costa, c'è indicato un sentiero e passeggiate di diversi gradi di difficoltà e tempo, abbiamo 3-4 ore, e se ci becca la pioggia forte dove ci ripareremo? La ragazza dell'ufficio informazioni alla stazione di Kirkwall ci dice che lei c'è stata, tanti anni fa, ci dovrebbe essere un riparo e dei bagni. Il tempo promette sgrullone, ma noi Braveheart ci andiamo lo stesso.
Alla stazione ci sente parlare in italiano una signora, anche lei è in giro e guarda caso va più o meno dove andiamo noi. Chiacchierando scopriamo di avere una conoscenza in comune e mi sento come i viaggiatori di 100 anni fa, che avevano sempre un cugino d'America che conosceva il cugino di un altro che conosceva il panettiere che conosceva il maestro che conosceva ...
Prendiamo insieme l'autobus e neppure l'autista sa dov'è il Gloup, ci molla in cima a una collinetta, dove c'è una sola casa e una cassetta delle lettere.
Siamo noi 3 e altri 3 esploratori, li riconosciamo perché sono ospiti del nostro ostello.
Noi però, grazie alla signora incontrata, sappiamo che ci sarà pure una spiaggetta e, se siamo fortunate, delle belle fochine.
I vitelli ci guardano incuriositi. Sono come adolescenti, si muovono tutti in gruppo correndo maldrestri dietro al capobanda. Ci chiedeno con gli occhi chi siete? che volete? e io rispondo mentalmente sono vegana, non finirete mai nel mio piatto. Sembrano tranquillizarsi.
Giriamo l'angolo ed ecco che penso che qua ci devono vivere dei parenti miei McGyver, soluzioni pratiche ad esigenze quotidiane. Che ci fai se ti avanza un pulmino scassato? Beh, lo usi per stenderci i panni, no?
Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione immagine per occhi divini mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.
Scruto l'orizzonte, ecco le foche, la signora le conosce già, ha imparato una sorta di richiamo e gli ha portato la merenda. Sono come cani d'acqua, scodinzolano e si nascondono. Sono 6-7 e una deve essere la mamma. Se una delle piccole si avvicina troppo ecco che parte un verso impercettibile e le fochine spariscono sottacqua.
Sono come sirene, ci incantano con le loro piroette.
Stiamo lì a giocare a trova la foca per un sacco di tempo, e poi dobbiamo correre su per la collina, alla ricerca del Gloup. Che altro non è che una caverna crollata, una sorta di ferita della terra dove anticamente venivano mandati a morire i cavalli non più utili per il lavoro nei campi.
Non è facile fare foto che rendano l'effetto vertigini da precipizio, c'è una recinzione che non bisognerebbe superare e qualcuno ci ha fatto un buco, passiamo ed siamo sulle scogliere.
Se il vento si portasse via una di noi, sarebbe come tanti secoli fa, se succedeva una tragedia toccava correre a piedi a chiedere aiuto, cammino con il baricentro basso e spero di non finire nella voragine come un cavallo anziano.
E anche se cercate marito ottantenne. Sulla strada del ritorno due anzianotti ammiccanti si fermano, fanno conversazione con quel loro accento cantilenante delle Orcadi e ci offrono un passaggio. Hanno il cofano pieno di rotoli di fil di ferro e io immagino già il copione di un film dell'orrore tipo Saw.
Consigli di viaggio
L'ideale sarebbe disporre di una macchina, in modo da non dipendere dagli orari degli autobus Stagecoach, che anche in estate sono limitati.
Qui altre info sul tipo di sentiero. Il Gloup si trova nella Mull Head Nature Reserve, di cui noi abbiamo visto solo una piccolissima parte, non essendoci organizzate bene coi tempi e non sapendo cosa aspettarci.
Potete vedere foto dell'intero percorso (9km) nel resoconto di quest'altra viaggiatrice qui, che mette in guardia sulla massiccia presenza di midges, i pappataci scozzesi.
Merita secondo me un'escursione/passeggiata lunga se non piove, scorci mozzafiato, praticamente zero turisti, natura incontaminata.
Fornirsi di scarponi o scarpe impermeabili, le scogliere sono ricoperte di erba bagnata e pozzanghere e fango.
Per vedere le foche bisogna superare Skaill, passare accanto al un piccolo cimitero che è dietro le prime case che si vedono scendendo, prima di girare a sinistra e prendere la stradina per il Gloup.
Ecco, così mi sono fatta tutta una ricerca sui midge, perché li ho trovati nel romanzo che sto traducendo, ma il dizionario li chiama moscerini e infatti non pungono, ma poi ho scoperto che i tuoi sono gli "higland midge", che invece pungono e sono quindi i pappataci. Ora ho una discreta cultura sui midge.
ReplyDeleteSì, gli highland midges ... io in tutte le volte che sono stata in Scozia però non li ho MAI incontrati, o forse scambiati per semplici moscerini ... mai stata pizzicata!
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