8.4.13

Sono nata a Roma

Sono nata a Roma e i primi dieci anni della mia vita li ho vissuti a Via Ostiense, in un palazzo davanti ai Mercati Generali che ora non ci sono più (http://www.romasparita.eu/foto-roma-sparita/33137/via-ostiense-mercati-generali-2).

Sono quindi anche romana.

E non perché saluto dicendo Bella Zí, bella Cí, bella Sé.
E non perché dico ma li morté, li mortanguerieri, mortacci stracci, ché a casa mia le parolacce erano e sono proibite e in presenza dei miei non posso neppure dire culo. (per altre variazioni dell'insulto-invocazione ai morti, leggete qui)
E non perché chiamo i miei fidanzati amò, tesò, sarciccia e pomodò.
E non perché io non usoi il congiuntivo nemmanco pe' sbajo.

Non dico Anvedi ó, je pesa er culo, te parcheggio 'na mano 'n faccia, te rivorto come 'n carzino (se vi interessano le colorite espressioni romane guardate qui).

Non mangio er panino colla porchetta (poverina!), la coda alla vaccinara, (né nessuna parte del quinto quarto, ovvero quel che rimaneva della povera mucca dopo che erano state vendute ai benestanti le parti pregiate. Del quinto quarto fanno parte la coda, la trippa, la pajata, il cuore, la milza, e tutte le frattaglie ... che solo a scriverle 'ste cose m'è venuto il vomito).
Non mi vado a prendere la grattachecca sul lungotevere, non conosco la Sora Lella e non guardo i film di Verdone (vabbè, ok, qualcuno l'ho visto).
Non porto gli occhiali da sole perenni e non ho mai girato in Vespino.
Non faccio le vasche per Via del Corso.

Non tifo la Maggica (Roma) anche se la preferisco alla Lazio e anche se il mio quartiere, la Garbatella, lo hanno dipinto di giallorosso nel 2001, quando la Roma ha vinto lo scudetto (un esempio qui)
Non canto Roma Capoccia, e Arrivederci Roma l'ho imparata solo quando l'ho fatta ascoltare ai miei alunni all'università.

Certo, odio un po' Milano e i milanesi (ma solo un po') e so' un po' coatta.
Ma non mi tingo i capelli di nerofumo, non porto i cerchi dorati giganti alle orecchie, non mi faccio la riga con la matita per gli occhi da sembrare una zoccolona Cleopatra.

Ma si capisce che sono di Roma perché perché perché, 
per addormentarmi ascolto questo.



Sí, ho provato ad ascoltare gli uccellini che fringuellano, o l'acqua che cade, le onde che lambiscono la riva e la musica ipnotica tibetana, ma niente come il dolce rumore delle macchine, dei motorini, delle ambulanze, dei clacson e dei mortacci tua e a fio' de na' mignotta (mamma, non ti arrabbiare per le parolacce, che intanto in questo video non si sentono) mi fanno addormentare come quando vivevo davanti ai mercati generali.
Ci manca solo la puzza soporifera dei tubi di scappamento.


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