5.9.15

Quando ero povera

Avevo quasi deciso di non scrivere nulla sulla Scozia, come se fosse stato un sogno - ahimé troppo breve - tutto mio. Di quelli che vuoi chiudere gli occhi e ricominciare dal punto in cui lo hai lasciato e invece no, quello dopo sei di nuovo in Spagna, di nuovo al lavoro e menomale che questa prima settimana di settembre è stata clemente e non fa caldo bolli-neurone.

Io non so più che fare con questa mia relazione clandestina con la Scozia. 
È una amore vecchio 13 anni ormai, nemmeno tanto furtivo e nemmeno tanto impossibile.
Sono io che tentenno, ho paura che tornandoci davvero forse non ci amere(m)mo più.

Invece 'sta Scozia bastarda mi frega tutte le volte. 
Pioverà tutti i giorni, dicevano le previsioni, ma proprio tutti tutti. 
Farà 10 gradi - e ora dove lo ficco un altro maglione nei 10kg Ryanair? 
Due impermeabili due mi sono portata.

Ecco, questa volta ci avevo pure sperato di odiarla un po'. 
Hanno rifatto l'aeroporto di Prestwick, lo hanno tirato a lucido. Hanno levato la moquette che stava là da chissà quanti anni. Prima quell'aeroporto aveva un odore. Il primo odore di Scozia per me, della prima volta che c'ero atterrata e non sapevo ancora che l'avrei amata. Di umidità, chiuso, vernice, adrenalina da viaggio, un po' di polvere. Che detto così fa schifo, ma per me era il mio Welcome Home a naso. Questa volta non c'era, brutto segno.

Poi pure Glasgow l'avevano rifatta (quasi) intera  per i Commonwealth Games, eliminando tanti edifici vecchi e decadenti, di quelli con il muschietto e il nerofumo che mi piacevano tanto. Tanti, ma non tutti. 

Però poi camminare per le strade, come una guida della mia vita che fu,  narrare ad alta voce mi ricorda quell'amore, quel senso di casa del mio cuore.

Quando ero povera
(leitmotiv del viaggio, perché Margherita, che mi accompagnava, ha l'età che avevo io quando vivevo a Glasgow, e allora ogni frase cominciava così, ricordando quella gioventù squattrinata e arrabattata)














Quando ero povera vivevamo in 5 in quel rudere di casa della foto in alto a sinistra. Era un appartamento per due, con il microbagno che toccava mettere un piede nella vasca per sedersi sulla tazza. E i mobili venivano raccattati un po' per strada e le mie lenzuola e coperte erano di un charity. Come la coperta di Linus, io ricordo una coperta giallo canarino, calda calda, che avevo comprato un giorno per coprire il divano sfondato marrone scuro. Mi abbracciava e mi riscaldava insieme alle infinite tazze di tè e io leggevo libri su libri, presi in biblioteca - perché mica avevamo internet a casa e dovevo andare in biblio a usarlo - , dopo una passeggiatina ai Botanic Gardens, a riscaldarmi nelle serre.














Quando ero povera non potevo permettermi tante gite, allora andavo nei posti economici (tipo il bellissimo e spesso vuoto Dumbarton Castle, il castello dalle mille scale), o gratis, per esempio a Loch Lomond, che gli stranieri lo snobbano e se ne vanno a Loch Ness. Invece io prendevo un bus urbano che ci metteva 1 ora e 45 ad arrivare, coi vetri appannati e la puzza di chips della gente che ci mangiava dentro. Se andava bene mi sedevo al secondo piano e guardavo il verde e gli occhi mi dicevano: non è vero che siamo ciecati, è che non ci va di stare davanti al computer.
Poi arrivavo alla spianata dell'ultima foto e gli occhi, a dire il vero un po' ciecati, mi facevano credere da lontano che un orso stesse correndo verso di me. E io che ero più ginnica all'epoca fuggivo scivolando sul prato, per poi essere raggiunta da un labrador nero.














Quando ero povera andavo sulle isolette a caso e mi perdevo.
Great Cumbrae, da girare tutta tutta a piedi, verde verde verde, nessuno nessuno nessuno. Sfidare il fiatone e la poca ginnicità e salire fin su in cima, da dove si vede tutto perché, miracolo, c'è il sole e sto addirittura in maglietta. Me la ricordavo invasa da fiori gialli in aprile, l'odore di vaniglia che rende iperattivi. La ritrovo silenziosa, bella da ogni angolo, a pensare di ritirarmi a fare l'eremita e prendere il ferry con le vecchiette per andare a fare la spesa a Largs.














Quando ero povera e andavo a piedi a scuola, facendomi tipo 20km al giorno, a volte me ne andavo a passeggiare al cimitero non lontano, e mi sentivo un po' Keats e la vita era poesia. Essendo vicino alla fabbrica della birra Tennents, mi intossicavo coi fumi dell'alcohol e tornavo a casa rintronata e felice.














A Glasgow c'è il  Museo delle Religioni, gratis come la maggior parte dei musei, e c'è il giardino zen, dove ci becca l'unico acquazzone del viaggio, proprio mentre esprimiamo i nostri desideri e li annodiamo con un laccio colorato all'albero della speranza. Forse era già nell'aria che in un futuro vicino vicino si sarebbero avvicinati temporali? Non so.

La Scozia questa volta mi parla per scalinate e arcobaleni , scalate e labirinti e alla fine mi sento davvero un po' persa.


12 comments:

  1. La Scozia ti sta invitando..che aspetti????

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    1. Guarda, per come stanno le cose ora, non avrei proprio dovuto prendere il volo di ritorno!

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  2. aaahh, ma quindi ora sei ricca e non ci dici niente?

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    1. Ricchissima, davvero! Io sono infatti una vera formica (traumatizzata dalla storia della cicale e la formica che ci raccontavano e facevano cantare le suore) e pure scalza (è da un po' che appena posso mi tolgo le scarpe) quindi sono tipo una Paperona de Paperoni e pensa che ora che non sono più povera in Scozia ho comunque fatto le stesse cose! E probabilmente andrei a vivere nello stesso rudere ;-)

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  3. Ma allora non si viveva poi così male, da povere :-)

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    1. Infatti io in realtà vivo ancora 'da povera', ma ora posso permettermi anche di andare a qualche castello più caro e soprattutto di mangiare in un sacco di posti che prima, per budget limitato, rimanevo a guardare da fuori ... conseguenza? 3kg in più in queste vacanze!

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  4. Cecilia, che bel post. La nostra Scozia. Io purtroppo non ci vado spesso come te, ma credo che dovremmo prima o poi "avere il coraggio di avere paura" e tornare a vivere lì. Io non chiedo altro.

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    1. Mi sa proprio di sì, questa volta è stato proprio duro tornare.

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  5. Sono contenta che il vostro viaggio sia andato bene. In effetti avete trovato tempo migliore di quello che davano le previsioni, peccato sia andato peggiorando gli ultimi giorni :(
    Il giardino zen e' un posto fichissimo ed uno dei primi ad aver visitato quel lontano maggio 2011 durante il mio primo incontro con Glasgow. Ne avevo rimosso l'esistenza, grazie per avermelo ricordato con questo post! Anche al Dumbarton Castle devo assolutamente andarci, specie se si riesce ad arrivarci col bus.
    E' stato un piacere conoscere te e Margherita, speriamo di rivederci per il VegFest o quando ricapitate a Glasgow. Fatemi sapere che magari riesco ad ospitarvi io :)

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    1. A noi ci è presa la pioggia solo quando eravamo davanti alla Cattedrale e cercavamo di stalkerare Jamie di Outlander. Poi sempre sole o al massimo nuvole. Ora a Murcia sta facendo tutta la pioggia che non ho preso in Scozia! Sì, per il Dumbarton Castle si prende l'autobus 1 (non mi ricordo che lettera), che poi prosegue per Loch Lomond. Noi abbiamo fatto le due cose in un giorno, con il All Day Ticket. Fattibilissimo. Alla biglietteria del Castello ci lavora un'italiana, pensa tu! Ah, preparati alle 1000 scale! E speriamo di vederci presto!

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  6. Un giorno mi dovrai un po' raccontare bene tutta la tua vita che mi pare molto molto interessante. Io ho paura a tornare in Dk per lo stesso motivo tuo... pure io ci stavo da povera e giovine

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    1. Che bei tempi, gioventù a base di spaghetti hoops e zuppette liofilizzate! Però che nostaglia!!!

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