21.10.14

Un pugno nello stomaco

Ieri sono andata al cinema, non è una novità, ci vado quasi tutti i giorni, a casa non ho la TV e invece ho una bella tesserina per il cinema gratis.

Avevo visto il trailer del film e mi immaginavo la solita americanata buonista.
Con Reese Witherspoon, che io me la ricordo solo in commediole romatico-comiche.
Lei, donna disastro, trentenne zitellona, che si redime facendo l'eroina in Africa.

È strano come a volte montano i trailer e tu pensi che il film sarà questo questo e quest'altro e te ne vai al cinema tranquillo.

E poi entri trafelata, perché hai pure sbagliato sala e sei stata 10 minuti seduta altrove. Ti siedi, che ancora ridi per l'errore e BAM, mazzata.

Perché the GOOD LIE è così, nel titolo ti dice BUONO e ci credi, e ti ritrovi su una comoda poltrona ad essere presa a pugni nello stomaco.


http://en.wikipedia.org/wiki/The_Good_Lie

La storia è quella che tutti conosciamo e che teniamo buona buona e ben nascosta in un ripostiglio del cervello.
È l'Africa e le sue mille guerre e il mondo che se ne va in malora.

Perché ci siamo noi, qua, europei fortunati (non tutti, sia chiaro, che il mondo in malora è pure qua) da 3-5 pasti al giorno, e palestre, dieta, vestiti nuovi, e lamentele quotidiane sul capo rompi, i colleghi scansafatiche, i vicini rumorosi, i cani che abbaiano e il governo ladro.

E poi ci sono loro, là, come in un universo parallelo, dove un minuto stai giocando e ridendo e quello dopo hanno ammazzato tuo padre, tua madre e ...

Non voglio svelare la trama, ma non consiglio mai film e questo invece sì.
Forse perché a volte dimentico quanto sono fortunata, forse perché questo è l'inizio di qualcosa. Perché certe immagini mi sono rimaste negli occhi, là, appiccicate, e non se ne andranno.

E non sono le tipiche immagini da telegiornale, perché non è un film che si sofferma sui dettagli macabri e foto shock.
Si tratta di altro.

Sono fotogrammi di dolore intimo e di bellezza pura.

La bimba che fugge, ma rischia per raccogliere un recipiente, che servirà per mangiare, cucinare, bere. Noi in fuga cosa raccatteremmo? Un cellulare? Un computer?

I fratelli seduti che condividono il pranzo, come un rituale, senza TV di fondo, loro e la forza della loro unione.

Quelle magliette, resti di un'America ricca e donate ai poveri del mondo, in cui crescono, perché qua una maglietta dura un anno, là forse una vita.

Tenersi per mano.

Ringraziare.

Spazi condivisi che contrastano così tanto con questo mondo qua, fatto di porte chiuse e persone nascoste dietro schermi a socializzare a distanza.

Il tempo e la voglia di guardare le stelle.


Ecco, andate a vederlo.

10 comments:

  1. molto bello il tuo post, andrò a vederlo! grazie!

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    1. Mi pare che per ora in Italia non sia ancora in programmazione, però merita ...

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  2. Triste...
    Non l'ho visto presentato ma e' anche vero che accendo la tv poco e niente.
    Lo vedro'!

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    1. Probabilmente in Australia è uscito, in Italia no ... poi mi dici che ne pensi!

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  3. Io quel mondo lo tengo ben presente, tutti i giorni. Ho letto bei libri che mi hanno lasciato l'immagine di ungioiello prezioso che l'Occidente ha contribuito a distruggere. Questo tuo commento al film mi ha affascinato. Speriamo che lo vedano in tanti, cosi'si smettera' di chiedersi perche' in tanti sbarcano sulle nostre coste.

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    1. Un gioiello sì, e persone che rendono 'gioielli' le esperienze quotidiane che vivono ...

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  4. Lo noleggeremo, di sicuro. Grazie della raccomandazione!

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  5. Grazie, me lo segno. Anch'io non ho la Tv, però non ho un cinema vicino, perciò devo farmi una lista e cercare di rimediare i film che mi interessano...

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  6. Me lo segno! Bello il tuo metodo per studiare una nuova lingua.

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