2.9.14

Il sogno di mio nonno

Prendo appunti veloci (e pubblicherò al ritorno), perché non ho internet e in 3 giorni rischio di dimenticare tutto.

Tornare al paese, Borgo Cerreto di Spoleto, 100 anime o meno, 3 giorni di stacco dal caos di Roma.


Fotografo con gli occhi, sbatto le palpebre, clic clic, fotogrammi di un'altra vita.

Le lucertole che sgusciano via, ma se fai piano le becchi al sole, placide e beate.

Un paesano, che non mi vede da 100 anni, e parla a me, dirigendosi però a mio padre, la figlia si è raccolta i capelli dice ... Cosa significherà? Che arrivata alla fase crocchia sono ormai destinata alla zitellagine?

Rumore di moto, brum brum, e mamma corri alla finestra, cos'è un raduno?, perché qua magicamente scompare la città, e questo frastuono è novità, nel sabato del villaggio.

Rifiutarmi di usare i piatti di plastica, perché no, io in questa cucina voglio vivere una vita diversa, quella in cui non esiste l'usa e getta e non si vede il telegiornalepienodimorte a pranzo.

 

I ragazzini che corrono nei vicoli, i primi amori dell'adolescenza, e fanno tardi per cena e le nonne gli strillano, sorridendo.

2 libroni letti in 2 giorni e mezzo, fra una dormitina e l'altra e cadere in letargo di sera, subito dopo cena, a recuperare tutte le ore di sonno perse in viaggio.

Passare ore, ORE, ad accarezzare un gatto, e ripararlo dal temporale.


Tenere l'ipad spento. E capire che io, arrivata a questo punto, ci potrei pure vivere in un posto così, dove tutto è lentezza e silenzio.

Questo era il sogno di mio nonno.

Un sogno che lui non ha visto realizzarsi, perché è morto pochi giorni prima, 26 anni fa che mi sembra ieri e mi escono le stesse lacrime. Quel 23 giugno 1988 è finita la mia infanzia e la vita mi ha dato un grosso pugno in faccia, che a pensarci mi toglie ancora il respiro.

Mio nonno era uno sempre sempre allegro, riguardo le sue foto e ride sempre, pure sulle fototessere per la carta di identità o per la patente, e dopo quel pugno in faccia dalla vita 26 anni fa, solo ora comincio a capirli i suoi sorrisi e il suo sogno.

Questo ultimamente mi sembra un po' anche il mio di sogno, e accarezzo i mobili e mi aggrappo alla ringhiera, come fosse la sua mano.

Ecco, io credo che potrei pure farla questa salita tutti i giorni ...


... dormire in una stanzetta senza fronzoli ...


... mangiarmi le mele dell'orto ...


... gelare nel bagno gigante in inverno ...


Mi addormento di sasso dopo cena e sogno una vita con poche cose e tanti sorrisi.
















13 comments:

  1. Un giorno potrai anche smentirlo, il titolo del tuo blog... :-)

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    1. Non ci avevo pensato ... Anche se il significato è metaforico, è a quell'indietro metaforico non vorrei tornarci mai, perché è tutto il contrario dei sorrisi di cui parlo.

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  2. Ma non passi a Spoleto?vediamoci!

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    1. Sono già a Roma, questo post è un riassunto della settimana scorsa!

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  3. La vita corre su un binario che a volte ti riporta dove sei partita. Che bello avere ricordi così, pero'!

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    1. Questi giorni, con il trasloco dei miei, ho fatto incetta di ricordo, tirando fuori cose dimenticate da anni!

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  4. Ciao Cecilia, ho iniziato a leggere il tuo blog per caso, ho visto che tu leggi il mio, l'ho trovato linkato tra i tuoi "Leggo...". Vorrei contattarti, ma non riesco a trovare un tuo indirizzo email.
    Perciò ti lascio il mio:
    unpontepercaledonia@gmail.com
    Aspetto una tua mail
    A presto
    Francesca

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  5. Che cosa bella, i nonni.
    Mi sono commossa pensando al tuo.

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    1. Sì, peccato che tanta gente non se ne renda conto!

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  6. tuo nonno era un figo!
    il mio e' morto nei giorni scorsi, l'avro' visto una quindicina di volte nella mia vita e non mi tratto' mai con amore, con nonnita'..non era stato nemmeno capace di essere un buon genitore e un buon suocero, lui e mia nonna. e anche l altro nonno e la sua seconda moglie
    sono cresciuta cosi, con due genitori meravigliosi e zero nonni, da entrambe le parti per caratteracci impossibili.e mi sciolgo a vedere come le mie figlie amano i loro nonni italiani e polacchi e addirittura hanno il privilegio dei bisnonni da parte polacca. beate loro, io non sapro' mai cosa mi sono persa

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    1. Sì, infatti mi sa che giudico tutti gli uomini confrontandoli con mio nonno ... peccato tu non abbia vissuto l'esperienza della nonnità, io invidio quelli che i nonni ce li hanno ancora ...

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