19.12.13

Faccio outing

È arrivato il momento di raccontarlo.

A luglio così inaspettatamente è sbocciato questo amore.

Io volevo P., pensavo a P., ci speravo.
Diverso da ciò che avevo sempre amato, mi portava fuori, all'aria aperta, e io avevo riscoperto il mio amore per le cose semplici e genuine.
Non sapevo vivere senza P., ci incontravamo furtivi a pranzo e a cena.

Ad agosto il timore che non ce l'avremmo fatta, per la distanza, perché io per un mese non ci sarei stata, perché le relazioni come questa hanno bisogno di attenzioni giornaliere, soprattutto all'inizio, quando è tutto luminoso, in fiore, ma allo stesso tempo fragile.

A settembre poi la sorpresa.

Non era P. che volevo, era Z.
C'era sempre stata.
Lei era lì.
Mi aveva aspettata tutta l'estate.

Ho piantato P. e mi sono ritrovata con Z nella mia vita.

Di cui non sapevo nulla, di cui un giorno mi dicevano una cosa e il giorno dopo un'altra.
Lei, con i suoi fiori gialli, lei che cambiava con me.
Lei che a volte non la capivo, pareva volesse fuggire dalla finestra, scappare, crescere per conto suo, e io non sapevo che fare.
Lasciarla libera di arrampicarsi su questo spinoso-mondo-cactus e magari cadere?
Tarparle le ali, costringerla a restare con me?

Alla fine ho capito che ciò che voleva era solo un po' di tempo, e attenzioni.
Il mio, le mie.

Ho capito che le piaceva essere coccolata presto presto di mattina, che le piaceva prendere il sole pigra mentre io armeggiavo sul balcone.

Però dentro di me sapevo che questa passione sarebbe finita prima o poi, questo amore caldo e inaspettato non sarebbe sopravvissuto all'inverno.

Già per Halloween avevo pensato che era finita, ma avevo fatto finta di niente.
Mi chiedevano: ma allora che farai con Z.? Non avevi detto che era ora ... ?
Ma non eravamo pronte, lei non era abbastanza matura, dovevo aspettare.
E Z. era rimasta, la decisione non l'avrebbe presa lei, lo sapevo.

E invece no, alla fine il destino ha voluto diversamente.
Z. viene a Roma con me, a conoscere i miei genitori.

.
..
...
....
.....

Z. è la zucca che cresceva da luglio sul mio balcone, quando pensavo di aver piantato il P-eperone. E oggi l'ho amorevolmente raccolta, lavata e me la porterò a Roma, perché è il mio primo amore verde, beh, arancione, è insomma, mamma, pensa a una ricettina.





2 comments:

  1. Bella Z, anche io le amo molto...cavoli che soddisfazione che sia cresciuta così bene pur in un vaso!! complimenti, bella storia :-)

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  2. Ti invidio, hai fatto crescerre qualcosa!!! Io ho il pollice nero e non cisono mai riuscita :-(
    Buona zucca!

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