29.6.12

Maledetto consumismo

Ancora non so cosa ne sarà di me fra un mese.

Per ora ieri sera sono uscita che faceva 36 gradi alle 9 di sera.
Per ora stasera esco di nuovo con altri reduci dei 45 gradi durante il giorno.
Per ora domani devo andare a comprarmi un costume per andare al mare.
Per ora domani sera vado a prendermi l'ultimo gelato prima di cominciare la dieta.
Per ora anche senza volerlo sono dimagrita però già un chilo.
Per ora lunedì comincio a lavorare.
Per ora ho comprato il biglietto d'aereo per tornare a Roma, passando per Valencia, per il 30 luglio.

E prima di allora devo più o meno decidere - restare, cercare altrove, tornare in Italia, in Slovenia? -  e soprattutto fare i conti con un problema che mi ha accompagna già da un anno: le cose.

Che cose? Quelle che possiedo, o che forse mi possiedono.

Vivo in questa casa dal 2007.
Cinque anni di stratificazione di oggetti che negli ultimi 10 mesi non ho usato.
Eppure per loro ho dovuto pagare un affitto mensile per i 10 mesi che ho vissuto in Slovenia.
E loro, le cose,  questa zavorra, sono rimaste qua ad aspettarmi, stipate in una stanzetta  e in parte nell'armadio della mia ex stanza.
Che se resto qua ridiventerà mia.

Ma non voglio ricadere nell'errore di riempirla di cose inutili.

L'anno scorso all'improvviso sono diventata minimalista.
Ci pensavo da un po', da quando l'oppressione delle cose aveva cominciato a produrmi angoscia.

Poi me ne sono andata e ho vissuto per un anno con il contenuto di una valigia e un trolley.

Una liberazione.
Ne ho già parlato in lungo e in largo nel mio precedente diario.

Della mia liberazione, del fatto che in 10 mesi avessi comprato solo una canottiera, 2 paia di calzini, un apriscatole, mollette per stendere, una coperta (poi rivenduta) e un cuscino.

Poi sono tornata qua e loro mi aspettavano.
Quintali di libri e fotocopie.
Mucchi di vestiti e di scarpe.
Candele, penne, blocchetti, scatolette.
Uno scanner che non ho mai usato.
Una bici con una ruota a terra da 2 anni.
Collanine, orecchini, braccialetti, spillette.

SUPERFLUITÀ.

Loro lo sanno che io non gli voglio più bene.
No, non è neanche quello.
Loro lo sanno che non ho più bisogno di loro.
E mi guardano sconsolate, dagli scaffali, dall'armadio, dalla libreria.

È da quando sono tornata che le cose cantilenano giorno e notte.

Uffa, che noia, stiamo qua senza far niente.
Liberaci.
Regalaci.
Passaci a qualcuno che potrà usarci.
Però non ci buttare al secchio.

Sono talmente tante che non so da dove cominciare.
Perché non vorrei che finissero a prendere polvere su un altro scaffale, in un altro armadio, su un'altra libreria.

Però devo davvero liberarmene se voglio continuare a sentirmi leggera.

4 comments:

  1. Anche io ho lo stesso problema!
    Casa mia e di Michele è piccola (a proposito, se non trovi un pò di temo per vederci ora che torni...ti tenderò una trappola con un bel gelatone)per cui a cadenze fisse devo fare ordine: oggetti che passano dalle nostre tre stanze allo studio, poi dallo studio alla cantina.
    Ogni tanto si va in cantina e ci accorgiamo che si è riempita oltremodo, e quindi qualcosa va nel cassonetto, qualcosa a chi ne ha bisogno, qualcosa a scuola, molto altro resta lì.

    Lo studio ora accoglie il Gohonzon, oggetto di culto davanti al quale noi buddisti preghiamo, per cui deve essere in ordine...e a fine scuola eccomi arrivata al momento di riordinare libri e scartoffie.
    Ma con molta calma, il caldo mi sta uccidendo, ho la pressione bassissima e mi manca l'aria!
    come vorrei anche io racchiudere tutto ciò che mi occorre in una valigia, in Scozia e nei miei viaggi in Inghilterra ho vissuto così e stavo molto meglio.
    Perchè allora nella mia vita normale ancora non ci riesco? Quanto ci vuole pr liberarsi dei propri attaccamenti?
    Anche soffrire perchè si lascerà la propria classe di insegnamento è una forma di attaccamneto.
    Così non mi sento leggera, non riesco a lasciarmi andare al nuovo.Forse ho più zavorre mentali che materiali!!
    Quali sono i passaggi per raggiungere pienamente la libertà?
    Tina

    ReplyDelete
  2. Ci dobbiamo vedere assolutamente, sarò a Roma minimo 2 settimane ...
    Io piano piano durante questo mese cercherò di eliminare un po' di superfluo ... Vedremo se ci riuscirò!

    ReplyDelete
    Replies
    1. O vengo a roma, o tu a Spoleto, basta che ci organizziamo, ma io sono disponibile solo fino al 4 agosto, perchè il 5 mattina parto x la sardegna, per cui, mettimi subito in agenda!
      Tina

      Delete
  3. Ricordanelo verso fine luglio e cerchiamo di incastrare! :-)

    ReplyDelete

Che ne pensi?
¿Qué opinas?
What do you think?