6.3.16

Amiche, da grandi

Doveva essere un post diverso, era da un po' di tempo che pensavo che ultimamente non mi viene voglia di scrivere stupidaggini o dettagli, ma forse dovrei. Perché poi succedono cose che tocca scrivere macigni, e nel mezzo ci dovrebbe essere pure vita più leggera da apprezzare e da riderci su.

Stamattina ho ricevuto un messaggio di una mia alunna, che aveva provato a chiamarmi - ma non avevo fatto in tempo a rispondere - per dirmi che voleva parlarmi. Di brutte notizie.

Sapevo già quale poteva essere la brutta notizia prima ancora di richiamarla.
Abbiamo solo un'amica in comune e quell'amica (anche lei mia alunna) a dicembre era stata ricoverata in ospedale con una polmonite, dopo settimame a tossire in classe. A gennaio era venuta a fare l'esame, sembrava stesse meglio. Si era iscritta al corso successivo. A febbraio era venuta a una lezione e poi mi aveva scritto che era di nuovo in ospedale, di nuovo polmonite. Dentro e fuori, antibiotici, analisi su analisi.

Però poi ci eravamo viste pochi giorni fa, perché l'avevano fatta uscire, un pomeriggio di chiacchiere arretrate, di cui aveva bisogno dopo una reclusione di settimane in ospedale.
Stamattina stavo per mandarle i compiti della settimana, credevo ingenuamente che stesse meglio, in fondo l'avevano rimandata a casa.
Mi ero appena svegliata da uno strano sogno in cui rianimavo una marionetta e la salvavo.

Ho letto il messaggio e l'ho saputo, Carmen, che eri tu.
Che tutto questo non ha senso, o un senso molto più grande di me e lo colgo di sfuggita dientro la retina, dove passano i fotogrammi di un'amicizia nata per caso.

Scelgo pochi amici fra gli alunni, perché a volte temo che sia l'interesse a spingerli a frequentarmi (per ottenere una traduzione, per parlare inglese gratis ...).
Con te, Carmen, era stato diverso. Mi avevi sorpresa coi tuoi grandi miglioramenti il primo corso, con il tuo entusiasmo. Avevo sentito che ero davvero la tua maestra, non so di inglese, ma forse anche un po' di vita.
E mi rendevi migliore teacher e persona.

Mi ricordo quel giorno che, davanti a un caffè parlavi di me come la tua teacher e io ti ho detto: Carmen, smetti di chiamarmi teacher, che siamo amiche.
Avevo visto un guizzo nei tuoi occhi, quella felicità che si prova quando si scopre di avere un nuovo amico vero. Che da grandi è più difficile trovarsi in sintonia davvero, trovarsi bene con qualcuno con cui parlare di tutto, condividere segreti, mettersi in paro di tutti gli anni che non si era ancora amici. Scoprirsi.

Ci stavamo ancora scoprendo, sapevo in cosa avrei potuto aiutarti, in cosa aiutavi me. Eri una di quelle che ormai ci sentivamo quasi tutti i giorni. Mi mancavi in classe quando non c'eri. Con quei tuoi appunti presi un po' storti, con il tuoi orgoglio di mandarmi foto di quello che facevi tu nelle tue classi, perché eri anche tu maestra ora.

Carmen, io ora non ci capisco niente, non voglio pensare, non voglio tentare di capire, non c'è soluzione alle lacrime, al dolore, al vuoto.

Respiro forte e cerco di farmi entrare nei polmoni tutta la vita che tu non hai più, penso ai bimbi della tua classe e a chi gli racconterà che la loro señorita non tornerà. Vorrei essere io, vorrei prendere quella scimmia di peluche che avevi comprato dopo le nostre chiacchiere didattiche, e che mi avevi portato in classe per farmela conoscere, perché sarebbe stata la vostra mascotte, il vostro rituale speciale.

 Vorrei  inventare per loro e per me una storia, della Señorita Carmen e le sue nuove avventure in un Paese fantastico, dove si scrive obliquo, si hanno in casa strani oggetti ricordo di vite passate, non si mangia questo e quello perché occhio alle allergie e, sempre e nonostante tutto, si sorride sempre e si creano nuovi giochi, nuove canzoni, nuove attività.

Perché è il tuo entusiasmo e la tua voglia di essere sempre migliore, Carmen, ciò che più mi mancherà.

8 comments:

  1. Un brivido e un abbraccio.

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  2. Che botta, quando se ne va una persona così giovane. Non si riesce mai a credere che sia successo per davvero.

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    1. Io infatti non ci credo, anche perché stanno succedendo tante cose 'strane' che mi fanno pensare che Carmen è ancora qui, con me.

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  3. E' una bruttissima notizia, mi dispiace molto.

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