Oggi fa calduccio e mi è tornato in mente quando, 15 anni fa, mia cugina e suo marito erano venuti in viaggio di nozze a casa mia, qua nel deserto. Murcia gli piaceva tanto, nonostante i 40º-45º, e Alessandro amava particolarmente i granizados, che non sono proprio granite ma quasi. Così mentre noi dormivamo la siesta lui usciva sotto il sole cocente per andare a prendersi un granizado.
Loro non parlavano spagnolo e proprio qui nella regione in cui tutte le S scompaiono (i murciani fanno economia di consonanti) Ale e il gelataio non si capivano:
Ale appiccicava le S a ruota libera alla fine delle parole che aveva imparato:
- QUIEROS UNOS GRANIZADOS.
¿Cuántos? - gli rispondeva il gelataio. (Unos in spagnolo infatti significa 'alcuni, dei')
E lui un po' stizzito: UNOS, UNOS. (facendo segno con il dito).
Alla fine tornava sempre a casa con tres granizados, perché con il numero 3 si va sul sicuro, a Murcia lo pronunciano come in italiano.
Ora sono 15 anni che io sono qui e magari gli errori li faccio al contrario.
Parlo itañol e mi confondo, diciamo che in tante cose mi sto spagnolizzando.
Come molti saprete sono l'artista (con involuzione a livello disegni secondo asilo) dietro i fantastici Cuidadín e spesso rivivo le mie figuracce ascoltando di nascosto italiani in giro, che intanto mica lo capiscono che sono del Bel Paese.
DE PUTA MADRE
Questa espressione si impara subito, perché è sempre in bocca di tutti.
De puta madre, che figata, da paura, fantastico.
Ricordo il momento preciso in cui l'ho sentita per la prima volta, pronunciata dal vocione di un murciano conosciuto a un campo di volontariato. Io parlavo un po' di spagnolo e chiacchieravamo di quell'estate, di cosa avevamo fatto, di cosa avremmo fatto. Mi ricordo che gli avevo detto che dopo il campo di lavoro sarei tornata in Italia, per passare un po' di tempo con i miei, eravamo passati a parlare del cibo italiano che cucinava mia mamma e zacchette, DE PUTA MADRE.
Non gli sono partita di capoccia per miracolo.
Io odio le parolacce, soprattuto quelle che insultano la mia famiglia. Ma ha rischiato di brutto.
Occhio che non è lo stesso dire de puta madre che tu puta madre, questa seconda espressione sì che è un bell'insulto.
Poi quando facevo le ore piccole per il centro di Murcia quando ero una erasmus festaiola, mi capitava, tornando a casa all'alba dei morti viventi, di essere fermata sempre dallo stesso tipo, fatto e sfatto, che mi chiedeva sempre di 'dargli fuoco'.
E io pensavo: poveretto, è davvero disperato, non riesce a uscire da questo tunnel di perdizione in cui si è ficcato. Anche perché io non fumo e non potevo immaginare che qualcuno mi prendesse per fumatrice e mi chiedesse da accendere.
Poi quando ho risentito 'sta frase in una discoteca ho pensato: oddio, ma 'sto dame fuego è qualcosa di sessuale, tipo 'cmon baby light my fire. Insomma suicidio o zozzerie?
La storia del seguro e seguramente mi fa ancora impazzire. Ma perché cavolo l'avverbio che deriva dall'aggettivo significa qualcosa di completamente diverso??????? Perché? Perché? Ci ho messo circa 10 anni a non confondermi più. Anche se quando ascolto seguramente c'ho ancora quel momento di scarto prima di realizzare che col cavolo che è sicuramente, anzi nella maggior parte dei casi, quando uno ti dice seguramente ti sta dicendo di no in modo gentile.
Cioè, mettetevi l'anima in pace: seguramente ti chiamo, seguramente passo, seguramente ci vediamo ... vi stanno dando il due di picche, fatevene una ragione.
Per andare sul sicuro la parolina magica è seguro, sennò ciccia.
---- MAMMA SMETTI DI LEGGERE QUI ----
Poi ovviamente ci sono una lunghissimissima sfilza di errori pornografici, ma proprio tanti tanti.
Che poi cazo e cazzo si pronunciano pure diversamente, ma ti fa comunque ridere quando vai a comprarti la prima e unica pentola per la tua casetta erasmus e vedi 'cazos' da tutte le parti.
Ti fa pure ridere che gli attributi intimi maschili e femminili in Spagna vengano chiamati con un nome del genere opposto, POLLA per l'uccellino, COÑO per la patata. Poi impari talmente tanti altri nomi per definirle che non ci fai più caso. Fino a quando sei in giro con un'altra straniera che per cena chiede un 'bocadillo de polla' (panino di cazzo, invece che di pollo) e allora ringrazi il cielo di essere veggie.
---- MAMMA PUOI RICOMINCIARE A LEGGERE QUI, o forse no ... ----
E nella vita di una prof. di italiano non sono solo gli alunni a confondere Buongiorno con Bochorno (afa), guarda il libro con riponi/ il libro (guardar in spagnolo = mettere via), e a intorcinarsi il cervello pensando che salir significa uscire, subir significa salire e subire è sufrir ... no, no, pure tu farai le tue belle figuracce in diretta, e ovviamente saranno sempre delle pornofiguracce.
Perché se tu dici TOCCA A TE in classe, il tuo studente principiante capirà TÓCATE, cioè toccati, onanismo didattico insomma. Che poi in spagnolo si dice TE TOCA, ma chi è che mi tocca???
Un sacco di verbi creano casini, tipo vado al mare Y ME BAÑO ... e certo che ti bagni, ovvio.
Ma bañarse non è bagnarsi, bensì fare il bagno. Però il verbo fare dopo 15 anni qua si finisce per perderlo e allora cominci a dire DOCCIARSI, COLAZIONARE, MERENDARE e vabbè, che ci si può fare?
C'era il padrone del ristorante dove lavoravo, che parlava itañol pure lui e per dire a uno dei nuovi camerieri spagnoli di portare le tovaglie in lavanderia gli diceva TOALLAS, che sono gli asciugamani e questo rovistava e rovistava in magazzino, alla ricerca dei fantomatici asciugamani.
E poi tutti gli altri casini culinari, olio = aceite, aceto = vinagre, e uno legge il menù e dice: ma che schifo, pasta aceto, aglio e peperoncino ... e poi vogliamo un piatto di gambas, oddio sono cannibali! Ma noooo, le gambas non sono gambe, sono gamberi. E la pasta al burro (= asino) deve aver fatto inorridire frotte di ispanici (che poi un asino o una mucca, boh, che differenza fa!).
Insomma, oggi ripenso a tutti questi malintesi e a tutti quelli che vivono i miei studenti, però sono felice, perché per la prima volta nella storia ho promosso tutti! Tutti!!!! Certo ci sono stati una quindicina di studenti che non si sono presentati all'esame, ma meglio così, mi hanno tolto un peso, quello di bocciarli, hanno capito forse cosa mi aspettavo da loro e che non si erano impegnati abbastanza.
Ho ripensato pure al mio erasmus perché ieri, negli ultimi ultimissimi esami ce ne erano 3 di alunne il cui destino dipendeva dal mio voto. Tre future erasmus in Svezia, che piangevano prima e hanno pianto dopo l'esame. Ho ricordato me stessa, trepidante 16 anni fa, in attesa delle selezioni e di sapere se sarei partita.
E ho pensato che sarebbe stato bello fare un video, del momento preciso in cui la vita di qualcuno cambia e non si può tornare indietro.
Che bello pensare che quel momento che fa la differenza...ha il tuo nome!
ReplyDeleteSì, sliding doors ... E io ho aperto una porta!
DeleteEcco, quasi ho pianto anche io ripensando al mio Erasmus a Murcia! E' vero, ti cambia la vita e non puoi davvero tornare indietro...
ReplyDeleteE' divertentissimo il discorso dei falsi amici, che poi alla fine diventano dei veri amici. Solo che adesso che sono in Argentina è un "quilombo", devo cancellare tutto quello che pensavo di sapere e ricominciare da capo...
Qué lioooo
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