21.2.13

Le mie prigioni

Un po' di giorni fa ho avuto un'accesa discussione con un amico che ha fatto la solita battuta di beati i professori che lavorano poco.
Ci sono professori e professori, non lo metto in dubbio, ed essere prof. ha ovviamente i suoi vantaggi.

Io però sono - purtroppo per me - una di quelle prof. che si prepara la lezione minuto per minuto, che il libro non basta ma cerchiamo 3000 materiali extra, e che ora che infine abbiamo computer e proiettore in classe passo ore e ore su internet a cercare audio e video, ma che siano didattizzabili.

Questa è la prima settimana del secondo quadrimestre, e ho lavorato 36 ore in 3 giorni.
Arrivata al lavoro verso le 8 di mattina, uscita dopo le 8 di sera.

Ho 4 gruppi, un solo livello nuovo che non avevo mai insegnato, dovrebbe essere una pacchia, una passeggiata di salute, ma perché perché perché questo quadrimestre mi viene in mente di fare poster per decorare le classi (sempre didatticamente, che mica gli faccio disegnare la loro famiglia!), perché perché perché mi sveglio alle 6 con un'idea geniale (se la metto in pratica farò foto per documentarla), perché perché perché accetto di far parte della Commissione Preparazione Esami di Livello, perché perché perché mi preoccupo per le signore over-60 che sanno la grammatica a menadito ma poi non capiscono le domande basilari, perché perché perché mi addormento sognando trascrizioni fonetiche ...

Io sono così, e ogni anno mi riprometto di non esserlo, e penso addirittura che la vocazione di insegnare l'ho persa e preferirei un altro lavoro, uno di quelli che torni a casa e non ci pensi fino alla mattina dopo. Di quelli che se devi traslocare non ti devi portare appresso un centinaio di chili di libri di testo, grammatiche, materiali, quadernoni, fotocopie, appunti.

Io ora vivo praticamente in classe e per fortuna che me ne hanno data una al terzo piano, guardo fuori e vedo le montagne, il cielo che cambia colore, gli alberi che già danno il benvenuto alla primavera.
Poi guardo dentro, e vedo i miei alunni, capoccioni, che non fanno i compiti a volte, che sono rumorosi, che storpiano una parola ogni 3.
Guardo i miei alunni nuovi, osservo come cambiano e come si abituano al mio ritmo, ai miei scherzi, alle mie peculiarità.
Guardo i miei alunni vecchi, che entrano in classe sorpresi di ritrovarmi un altro quadrimestre, e dicono a bassa voce ai nuovi questa sembra matta, ma è proprio brava (da prof. navigata ho 100 occhi e 1000 orecchie), e che mi leggono nel pensiero, che rispondono assurdamente ciò che voglio sentire (qual è il tuo Paese preferito? La Scozia. Qual è la migliore dieta del mondo? La vegana) e i nuovi li guardano per dire oddio, siamo finiti in una gabbia di matti.

Questa è la mia gabbia, la mia prigione.
Mi manca la mia vita dell' anno scorso, mi piacerebbe viaggiare tutti i fine settimana o quasi, e guardare con meraviglia alle stranezze della Spagna, datemi un po' di giorni per ingranare la marciasecondoquadrimestre e vediamo un po' che riesco a combinare.

Per ora mi attendono due cari amici, Mr Gerund e Mr Infinitive.



13 comments:

  1. Anche io dovrei lavorare 36 ore. Alla settimana pero'. In realta' ne lavoro meno visto che son lento e pure poco efficiente :)

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    1. Per questo sogno di trasferirmi in Scozia, perché lì non accetterei di lavorare così tanto come qui!

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  2. A me sembra che tu ci metta tantissima passione nel tuo lavoro. Sei davvero tosta! Spero che però tu ti conceda anche del tempo per vivere! Dai, che hai una marea di posti da conoscere e di localini vegani da provare!!!!

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    1. Menomale che riapre il vegano fra 2 settimane!

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  3. Non dev'essere facile (ho solo avuto un assaggio di ciò facendo l'assistentato), ma sono gli insegnanti appassionati ed intensi come te che ottengono i migliori risultati e vengono ricordati anche negli anni a seguire.
    Coraggio!

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    1. Infatti io mi lamento mi lamento ma il problema non è il lavoro, è che se avessi tempo libero qui non sarebbe comunque come la Slovenia ... Uffi!

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  4. Come ti capisco! Io mi sono proprio rotta di lavorare per me e per altre 2 incompetenti che sono anche stronze. Ora basta!!

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  5. Dopo dieci giorni di malattia anche io sto cercando di rimettere insieme i discorsi lasciti a metà con i bambini...e mancano solo 3 mesi alla fine della scuola!
    Ho così tante cose da proporre!!!

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  6. Ci sono prof. e prof., è vero!
    Ma il prof. che ci mette passione si vede subito! ;)

    Io ho fatto l'assistentato, non avevo libri e dovevo preparare di volta in volta le lezioni da sola. Ci credi se ti dico che ero impegnata tutto il giorno per prepararmi e quando entravo in classe il "lavoro sporco" era già fatto? Per me era come preparare un esame: studiavo a casa per ore e ore e poi passava tutto in cinque minuti.
    Vacanze meritate, direi, noo?? ;)

    Gli altri vedono solo la punta dell'iceberg o forse sono stati a scuola solo per scaldare il banco.
    Come ti direbbe Dante: "Guarda e passa!"
    Ciao!

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  7. dai che io ti vedo proprio bene a fare la prof e sono contenta che tu stia salvando un'orda di espanioli dall'orrore biscuit.

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  8. Ti capisco Cecilia, a volte nn riesco a comprendere come questa malattia di insegnare mi abbia contaminata...è una vocazione, una missione , ci vuole il cuore, ci si sveglia
    durante la notte con un'idea su una lezione da preparare , oltre i libri di testo, oltre la normale routine...mi mancano da morire i giorni trascorsi nella mia magica isola, mi manca quella scuola, il volto dei bimbi, di quei folletti desiderosi di imparare...come dici tu, non si può tornare indietro, ma ci ritornero ':-)

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    1. Io pensavo di non avercela più la vocazione, ma evidentemente è una malattia genetica, non me la posso togliere di dosso!

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