8.11.12

4: Ronda


Dopo la spiaggia solitaria, ci addentriamo nell'entroterra e Elisabet, che è l'unica che guida, si ritrova ad affrontare due delle sue paure al volante: guidare in salita E guidare con la nebbia.
La cittadina di Ronda (che già avevo visitato nel 2000) si trova sul cucuzzolo della montagna, e come Budapest è divisa in due parti dalla gola di un fiume, il Guadalevìn, con uno strapiombo di più di 150 metri.
Ci arriviamo in un piovoso pomeriggio che ci ricorda che siamo ormai in autunno inoltrato, e mi rallegro di essermi portata una giacca impermeabile, gli scarponi da montagna e i calzini pelosi.
Ronda in un grigio giorno di festa è una città abbastanza deserta.
Il nostro hotel è in realtà una pensione ferma negli anni '70, dipinta di lilla e con dei terribili fiori finti appesi al muro della stanza e una tenda coi coniglietti nella doccia. Il riscaldamento/aria condizionata non funziona, perché siamo nella stanza 11 ma sul telecomando c'è scritto Habitacion 3.
A Ronda passeggiamo come cani bagnati a tarda sera, sperando che il giorno successivo il tempo migliori. A Ronda mi siedo in un baretto e poi in un altro, e mangio peperonata a pranzo e patate lesse coi peperoni a cena. Accompagnati da un tè caldo, che provoca l'ilarità del cameriere, che mi ha già guardata di traverso quando gli ho detto che no, non mangio neppure le uova.
A Ronda dormo raggomitolata con il pigiama felpato e i calzini umidi, e qualcuno bussa alla nostra porta dopo mezzanotte. Saranno quelli della stanza 3 alla ricerca del loro telecomando? Però fa troppo freddo per alzarsi dal letto, e così condanno anche loro a una notte d'inverno.
A Ronda la mattina dopo piove ancora, ed è un peccato perché le mie compagne di viaggio non possono apprezzare la bellezza del paesaggio di montagna e combattono il freddo mangiando zuccherosissime ciambelle.
A Ronda gironzoliamo per le strade della parte vecchia e mi sento in Scozia, e mi sento in Slovenia, e mi sento in Umbria e bevo caffè americano perché il latte di soya non ce l'hanno.
Da Ronda ce ne andiamo che sembra il Signore degli Anelli, la nebbia avvolge le montagne ed Elisabet le maledice tutte mentre guida.
A Ronda, città di bandoleros, mi viene in mente questa canzone qua



dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...
dov'è silenzio,
dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...

(Tutte le foto del viaggio le trovate qui)

6 comments:

  1. Brrr...ho sentito l'umidità penetrarmi nelle ossa...
    Da qualche giorno ho di nuovo il mal di testa, corro, corro, corro.
    Sono uscita pure 2 volte questa settimana, ho fatto tante cose belle, ma la testa pulsa continuamente!
    Domani vado a Roma per corso comenius, non vedo l'ora!

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    1. Io il mal di testa l'ho sconfitto e mi convinco sempre di più che oltre allo stress dipendeva dall'alimentazione ... prova a eliminare prima lattosio, poi glutine e vedi un po'!

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  2. domanda: ma non sono valide in Spagna le vostre patenti?

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    1. Sì, sono valide, ma io non guido e le altre due neppure credo ... la macchina era di ELisabet che poveraccia si è subita i 1300km al volante!

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  3. Ronda é bella, specie lo strapiombo.
    Noi l'abbiamo vista d'estate peró, col sole caldissimo e un'atmosfera tutt'altro che tolkeniana.

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    1. Io l'avevo vista ad Aprile e faceva ancora freddo ma c'era il sole, per cui avevo potuto apprezzare il paesaggio, le viuzze e tutto il resto ... Le mie compagne di viaggio non sono state così fortunate! :-(

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