9.11.12

5: Malaga

Malaga è stata la sorpresa del mio viaggio.
Nel corso degli anni avevo visitato Granada, Cordoba, Siviglia, però la città di Antonio Banderas e di Pablo Picasso no, l'avevo sempre ignorata.
Ma dato che volevo vedere qualcosa di nuovo, ho proposto di fare tappa in questa città, un po' timorosa che, se si fosse rivelata come la immaginavo, avrebbe deluso e magari fatto arrabbiare le mie compagne di viaggio.
Io mi aspettavo tutta un'altra cosa, decisamente più negativa.
E allora penserete: ma che questa è masochista, che pensando che un posto è brutto a priori vuole comunque andare a vederlo?
Sì, lo sono.
Per Malaga mi aspettavo quello che Gibilterra è stato.
Una città decadente, un po' zingara, un po' sporca, un po' sgarrupatella.
E anche arrogante, rumorosa, magari puzzolente.
Sensuale, fumosa, sudata.
Ho temuto quando lungo la strada siamo passati Marbellabrutta, così coatta e boriosa.
Ho temuto quando il navigatore ci ha condotte sotto la pioggia fuoricittà, perché a Malaga è difficile parcheggiare e così eravamo apparentemente lontano da tutto.
Poi però siamo arrivate all'hotel, che paragonato a quello di Ronda, per lo stesso prezzo era nuovo, moderno, silenzioso.
Poi però abbiamo preso un autobus che fermava proprio a pochi metri e in 10 minuti eravamo in centro, senza doverci stressare a cercare il parcheggio.
Cercavamo un posto per mangiare e io temevo già che avrei digiunato.
E invece un'amica di Elisabet ci ha consigliato un bel posticino, non proprio economico, ma di qualità, dove mi sono avvicinata di soppiatto al cameriere e gli ho spiegato che nonmangionécarnenépescenéuovanélatticini e una soluzione l'abbiamo trovata: un buonissimo salmorejo e a delle verdure al sugo con picos y colines (simili ai grissini, ma corti o a ciambellina). E addirittura ho invogliato Monica, che queste cose non le aveva mai provate, ad ampliare i suoi orizzonti alimentari!
Dopo pranzo abbiamo girato a caso per le vie della città, ammirando la Cattedrale dell'Incarnazione (eccola qua) con i giardinetti pieni di gatti, le viuzze del centro, e poi la salitona fino al castello a bruciare le calorie del pranzo e in anticipo della cena e ad ammirare il mare e la zona bassa della città, con il Comune (l'edificio giallo nella foto) e il porto.
Poi siamo scese dall'altro lato della collina, e ci siamo dirette proprio verso la zona portuaria.
El puerto de Malaga è stato un'altra bellissima sorpresa. Una zona curata, pulita, dove passeggiare piacevolmente, prendersi un bel tè caldo, ammirare le imbarcazioni, riposarsi dopo la lunga camminata, godersi la brezza marina.
Immaginare come sarebbe vivere la propria vita sul mare, pensare che prima o poi dovrò farmi una vacanza in barca.

Chiacchierare fra donne di relazioni amorose e di errori del passato, e riderci su e pensare che potrei continuare a viaggiare all'infinito, che quando sono on the road mi scordo del mio appartamento, del mio lavoro, dei vestiti stipati nell'armadio, dei quintali di libri e oggetti che riempiono la mia stanza e vivo felice con il contenuto di un trolley.
Proprio al porto e sul lungo mare ho pensato che a Malaga potrei viverci, per qualche anno almeno, io che la Spagna è da un po' di anni che non la sopporto più. Vedremo ... di sicuro vorrei tornarci, perché il pomeriggio è passato veloce, e abbiamo trovato un supermercato giusto poco prima dell'orario di chiusura, dove abbiamo fatto approvvigionamenti per una cena al sacco.
Abbiamo sbagliato fermata dell'autobus al ritorno, ma fortunatamente non ci siamo perse. Ci siamo rintanate in hotel e abbiamo fatto una cena al sacco in stanza con il cartello Vietato mangiare o cucinare nelle camere in bella vista sulla porta.
Eravamo troppo esauste per uscire e poi ci rimaneva ancora qualcosa da vedere la mattina dopo, la spiaggia di Malaga, a pochi minuti a piedi dal nostro hotel.
Il giorno dopo sveglia all'alba,  il richiamo del mare o della colazione, si scende al lungomare, pieno di gente che fa jogging, padroni e cani, e zero turisti. L'autunno ha chiuso i bar e ristoranti, ce ne sono giusto due aperti e vuoti, non ci sono i venditori di sardine che le arrostiscono direttamente sulla spiaggia, c'è solo silenzio, vento e blu.

(Le sardine - poverine - vengono arrostite direttamente dentro queste barchette lontane dai ristoranti, in modo da non affumicare i clienti)
Ed è ora di rimettersi in marcia verso casa, e si nota che non ci va proprio, ci tratteniamo con le nostre tazze di caffè qualche minuto più del dovuto, e poi di nuovo in macchina per concludere il nostro tour-de-force con una toccata e fuga a Granada.

(Tutte le foto del viaggio le trovate qua)

5 comments:

  1. Bel racconto, bel viaggio.
    Oggi sono stata a Roma , come ti dicevo, è stata una giornata densa e piacevole, ho incontrato persone interessanti e ho imparato nuove cose.
    Ma lo sai che la nostra assistente ha solo 21 anni? li compirà proprio qui in italia!

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    1. Dai Tina, trova un po' di tempo per bloggare!

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  2. ah che bello essere portata a spasso leggendoti :-)
    la prossima settimana vado a parigi, primo viaggio con le pargole, spero di
    1) sopravvivere
    2) riuscire a ricambiare il favore che mi stai facendo con questi post

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    1. Non vedo l'ora di leggere le tue avventure mammesche! Sono contenta di averti fatto viaggiare con me!

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  3. a me Malaga e' piaciuta, ci sono andata perche' il volo atterrava li' ma mi ha fatto piacere restare. a sorpresa anche per me!

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