5.5.17

La mia missione 2017 (aprile)

Ad aprile sono stata in viaggio due settimane, ma quindi il mio spirito missionario l'ho portato con me in giro.

1) A Lisbona abbiamo cercato  di comprare il minimo di prodotti confezionati possibili. Nonostante tutto non ho potuto mantenere il mio standard (quasi) #zerowaste e allora ho deciso che potevo almeno cercare di riciclare. In ostelli e pensioni non sempre sono disponibili cestini per la raccolta differenziata, non avevamo un solo secchio in camera per tutto. Inoltre devo ammettere che a Lisbona non è proprio facilissimo trovare secchioni per la differenziata. Così ho raccolto tutto in una busta (alcune bottigliette di vetro di succhi di frutta, le bottiglie di plastica dell'acqua che ci davano al ristorante, quei 2-3 contenitori di plastica che proprio non siamo riusciti ad evitare) e mi sono portata la busta in giro l'ultimo giorno per smistare. Missione compiuta.

2) A Roma a casa dei miei ho ritrovato tutte queste buste e bustine che avevo conservato nel corso degli anni ... si vede che essere #zerowaste era proprio nel mio futuro. Molti #zerowasters comprano nuovi oggetti per adattarsi alla vita senza residui, io preferisco cercare di usare cose che già ho, o ottenerle con scambi ecc.
In questo caso è bastato rovistare nei cassetti e scatole ed ecco il mio armamentario per le compere sfuse, nel mio caso principalmente frutta secca e legumi.















Proprio sabato scorso per concludere bene il mese, ho deciso di fare una spesona il più possibile zerowaste o comunque di prodotti in pacchetti di carta o cartone o di vetro (i contenitori poi li riciclo per tenerci tutti i legumi, cereali, semini e frutta secca o per surgelare quando cucino - ormai una tradizione - grandi pentoloni di verdure al curry). Ho usato tutte le mie bustine, facendo il giro di vari negozi. 

I supermercati rendono la vita un po' più difficile perché le bilance non permettono di sottrarre la tara (o forse sí, ma sarebbe troppo complicato per loro) o per ragioni di igiene di usare i propri contenitori, quindi ho optato per la soluzione: uso bustine fine fine di plastica che ho in casa da secoli, peso i prodotti, pago e poi trasferisco il tutto nelle mie o direttamente nei contenitori. Stacco l'adesivo con il prezzo e conservo la bustina di plastica per riusarla. Un po' una rottura, ma io non compro quasi nulla al supermercato, quindi ...

3) Da piccola lo facevo già, all'improvviso me ne sono ricordata.
Che fare con i mozziconi di matita? Beh, quando avevo 8-9 anni li rompevo con i denti e usavo la mina in un portamine in cui entrano le mine grosse. Anche questo conservato per anni e ritrovato in un cassetto. Ora non uso più il metodo 'spacca coi denti', ma un coltello e un martello.
Molti mi dicono: ma perché non compri un portamine normale con le mine fine?
In primo luogo non amo le mine fine, in secondo luogo le mine vengono sempre vendute in piccoli contenitori di plastica che spesso non è riciclabile.
E fra l'altro ho una scatola piena di mozziconi di matite e colori raccolti negli anni, ora comincerò a consumarli! 















4) Credo di aver detto altrove che raccolgo tappi di plastica e metallo, bottiglie e flaconi di plastica e lattine e barattoli per donarli a una onlus che poi li rivende a aziende che si dedicano al riciclaggio di materiali. Però non ero mai stata a vedere dove/come questa onlus conservasse e organizzasse tutti questi materiali.

Purtroppo l'esperienza è stata scioccante. Non ci sono abbastanza volontari che si dedichino alla separazione dei materiali (perché purtroppo chi li dona li consegna spesso tutti mischiati) e non ci sono forse regole molto precise. Ho passato dunque varie ore sotto il sole a selezionare, eliminare cose non riciclabili (saprete bene che non tutti i tipi di plastica lo sono!), dividere ... e vorrei che la mia prossima missione grande fosse riuscire a collaborare di più in questo progetto che unirebbe il riciclaggio alla beneficenza. Vi dirò di più nei prossimi mesi.

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