A volte la vita è come una piscina di aquagym.
Piena di signore di mezza età che ci vengono a chiacchierare, a spettegolare, a scappare dai mariti di prima mattina, 2 volte a settimana, dalle 8 alle 8.45, quando il sole non è ancora sorto.
Si corre cammina nell'acqua tutte in circolo anarchico, branco di ippopotame fantasia.
E se ci provi a correre, come dice l'istruttore, soprannominato Mr Culito, ti lanciano un'occhiataccia.
Non entravo in una piscina da secoli.
Ho fatto nuoto per tanti anni e ho sempre odiato la cuffia e il costume intero.
Però ho sempre amato l'acqua.
Mi fa dimenticare il mondo fuori e solo essere, esistere.
Poi
ho scoperto che ci sono i costumi interi a pantaloncino, coprichiappa
insomma, che non ti si mettono in mezzo al sedere. E le cuffie pure
sono evolute dagli anni '90, non creano più la sensazione di cervello
sottovuoto.
La piscina è a 5 minuti a piedi da casa mia, questo quadrimestre non lavoro all'alba, insomma gli astri si sono allineati. Iscritta.
Poi a un certo punto Mr Culito dice dall'altro verso, e bisogna girarsi e si viene investiti dallo tsunami della corrente concentrica creata da sederi sballonzolanti e pigrizia mattutina.
L'acqua ti investe come un muro, le signore si fermano, perché loro mica vengono a aquagym a stancarsi, vengono a riposarsi da nipoti iperattivi, figli superoccupati, mariti brontoloni.
Io attraverso il muro d'acqua che pare una tempesta e cerco di correre al contrario, perché è la metafora di questo mese, andare controcorrente, buttarsi contro muri apparenti e vedere che c'è dall'altra parte.
In piscina c'è Mr Culito sorridente, che finalmente alle sue lezioni ci sarà qualcuna - io - che lo ascolterà.
Al di là degli altri muri vedremo.