26.4.13

Il primo vegan-compleanno non si scorda mai!


Ieri ho compiuto 37 anni.

A quest'età dovrei forse essere sposata con un paio di pargoli, ma condividere casa e dare la caccia ai topi che sporcano, fanno disordine e puzzano pure un po' rende forse la mia vita simile a chi ha un marito giuggiolone e figli piccoli e sbrodoloni.

In ogni caso, mi ero svegliata come se mi avessero bastonato, la sera prima ero andata al cinema a vedere un film terribile, mi erano finite le barrette energetiche vegane e per cena mi ero dovuta mangiare le gallette di riso soffiato che sanno di polistirolo e che piacciono giusto ai sorci.

Mi sono svegliata, dicevo, e mi sono resa conto che non mi rimaneva neppure un misero quadruccio di cioccolata vegana senza tracce di latte (gli altri vegani le tracce se le mangiano, io se posso le evito), non avevo neanche una fetta di pane su cui spalmare la pseudo-nutella vegana (e sulle gallette di riso suddette noooo), e che non avrei avuto tempo/occasione/possibilità neanche di mangiarmi un dolcetto tutto il giorno.

Infatti in Spagna ovviamente il 25 aprile non è festa, e io avevo davanti una bella giornata piena, ripetizioni di mattina e lezioni di pomeriggio, e cinema di sera, perché ieri - in mio onore - al cinema facevano Django in versione originale (per chi non lo sa, collaboro con un cinema nell'organizzazione di proiezioni di film in versione originale e avevo chiesto ed ottenuto questo film di Tarantino per il mio compleanno).

Pranzo di compleanno? Riso coi peperoni e il cavolo del giorno prima ripassato in padella.
Cena di compleanno da consumare al cinema? Una scatola piena di arance e carote, una banana, uvetta.

Ecco, questi erano i miei piani.
Alle 14 ero già sulla via del tracollo, tanto che come regalo di compleanno ho ricevuto un caffè espresso al bar da una collega/amica.

In classe poi, come sempre mi succede, mi sono ripresa, ho riso con quelli del gruppo di italiano e li ho lasciati liberi di andarsene a casa 20 minuti prima. E ho torturato quelli di inglese con listening e esercizi e ritmo frenetico, non voglio mica che pensino che dato che sono più vecchia mi sto ammorbidendo.

Poi siamo andati al cinema, con alcuni studenti, e li ho incontrato due dei miei veganamici.
Gli altri del gruppo/famiglia/setta vegana non erano potuti venire, perché chi lavorava e chi era a lezione e insomma, pensavo di festeggiare con loro magari il prossimo fine settimana, perché questo fine settimana pensavo di andarmene a fare una gitarella al mare, regalo autoconcesso oltre allo spiralizer (che ancora non è arrivato! Appena arriva e lo provo vi faccio sapere come va!).

Il film mi è molto piaciuto, come volevasi dimostrare. Ogni volta che qualcuno mi dice qualcosa di negativo su un film a me piace. Di questo mi avevano detto che era troppo lungo ed eccessivamente violento. A me è passato in un soffio e mi è sembrato anche parecchio comico.

Verso la fine del film, Angel e Sonia, i due vegani che dovevano riaccompagnarmi a casa, mi dicono sottovoce che devono andarsene perché la nonna li ha chiamati che devono andare a riprendersi la figlia.
Penso che deve essere successo qualcosa di grave e mi preoccupo anche un po', e non mi rendo conto che:

- quando mi hanno vista non mi hanno neppure fatto gli auguri
- nei giorni precedenti, nelle nostre conversazioni di gruppo di facebook ci sono state delle frasi un po' senza senso, fuori contesto, e poi dei minuti di silenzio. 

Esco dal cinema, parlando del film coi miei studenti e all'improvviso vegabooom!
Eccoli spuntare fuori, tutti, con uno striscione, una torta con le candeline ormai spente (perché non avevano calcolato che dopo il film io sarei andata al bagno e che ci sarebbe stata la fila!) e un cesto di regali.

Non me lo aspettavo davvero, non al cinema, non che avessero potuto preparare tutto questo:



1) Maglietta del mio film preferito di quest'anno, che è stato questo qui, sì, lo ammetto, mi piacciono i film pieni di omaccioni che fanno saltare in aria di tutto, in cui alla fine vincono i buoni e in cui, anche se ti addormenti 10 minuti non ti perdi nulla. E sì, lo so, manca l'apostrofo dopo meat-eaters.
Era di questo che loro parlavano nei messagi di facebook, sbagliandosi a pubblicare nel messaggio in cui c'ero anche io, rispetto a uno segreto in cui stavano architettando tutto questo ambaradan.


2) Palloncino di puffetta, che è la prima cosa che ho visto. Credo di non aver mai ricevuto un palloncino di questi da piccola, e averlo a 37 anni mi fa ritornare indietro nel tempo una trentina d'anni. Quindi posso ricominciare la mia vita dalle elementari?
Stamattina mi sono svegliata e dato che avevo attaccato il palloncino sopra al letto, è stata la prima cosa che ho visto, e per un momento non mi è stato molto chiaro dove io fossi e perché la mia pelle non fosse blu.


3) Parte di dietro della maglietta. Angel, per trovare quella faccia che andasse così bene con il personaggio, si è dovuto guardare circa un migliaio di mie foto su facebook!!!! Ho già detto prima che io sono 'sin trazas' (senza tracce), evito i prodotti non-vegani-puri e quindi la domanda che faccio più spesso ultimamente in tutte le lingue che conosco è: 'lleva trazas?'', ''contiene tracce?'' ''does it contain traces?'' e ho avuto infiniti dibattiti su questo tema.


4) Cesta merenda!!! Questa è la frutta che mangio di solito in una giornata, e proprio quando pensavo che avrei dovuto sopravvivere per settimane senza cioccolata, ecco qua addirittura del cioccolato bianco (al riso), lo spalmabile alle carrube, e la tavoletta alle carrube. Il tutto accompagnato dalle immancabili carote, perché se dovessi decidere di sopravvivere mangiando un solo tipo di cibo, credo che sarebbero proprio le carote e quindi mi sa che nella mia vita precedente non ero una foca, come ho sempre pensato, ma un coniglietto.

5) Torta 'sin trazas'. Base di cioccolato, in mezzo panna vegana, ricoperta di glassa veganablu. Io mangio dolci molto molto molto raramente, quindo dopo essermi mangiata mezzo chilo di torta ieri sera non riuscivo a dormire, in piena iperattività da zuccheri e coloranti. Ma come si può dire di no a una torta blu???
C'è da dire che ai vegani, nella fretta, non era venuto in mente di portare piattini e coltello, abbiamo quindi elemosinato cucchiai e forchette da due dei pochi posti che erano ancora aperti al centro commerciale e ce la siamo mangiata lì, con la gente che passava a guardarci e a pensare: ma chi sono questi???

6) La mia intenzione per i prossimi mesi, perlomeno 4-5 giorni a settimana, è mangiare tutto crudo. Ci sono infatti tante categorie di vegani, fra cui i vegani crudisti ed essendo così facile a Murcia reperire frutta e verdura fresca, avevo pensato di fare questo esperimento. Vedremo. Per ora ho mezza torta da finire, 2 tavolette di cioccolata e un barattolo di veganutella, anche se dopo il mezzo chilo di torta già mangiata avrei proprio bisogno di disintossicarmi un po'!

7) Il cartellone, che con la complicità di un addetto del cinema, avevano attaccato all'uscita dalle sale. Io sono uscita per ultima quindi tutti quelli che sono usciti prima di me si sarenno chiesti di chi era 'sto compleanno e saranno stati invidiosissimi della supersorpresa che i miei vegamici mi avevano organizzato!!!

Ecco, allora quando la gente mi chiede quali sono i vantaggi di essere vegan, io posso rispondere: 
avere degli VEGamici così!

GO VEGAN!



23.4.13

Istinti omicidi

Data la preoccupazione generale che il topost ha suscitato, vi rendo noto che sono viva, vegeta, senza nessuna malattia o peste bubbonica, che ho il mio bagno in camera che pulisco io, che ho disinfettato talmente tanto e ho rotto talmente le scatole che spero che abbiano capito l'antifona (sia gli esseri animali che umani).

Però gli istinti omicidi restano, e allora su internet ho visto questo.


È un trita-cervelli.
Praticamente si acchiappa chi non pulisce, si mette la sua capoccia sulla base, incastrata fra la 'parete' e la ruota con gli spunzoni, e si trita.
Poi il cervello mancante si può sostituire con segatura, pesci rossi, polistirolo.
E imbalsamare tutto come il povero topino spiaccicato.

Scherzi a parte, se non avete visto mai una macchina del genere, cosa pensate che sia?

Io l'ho scoperta l'altro giorno, guardando un  video di una ragazza crudista, cioè una vegana che mangia tutto crudo. Cercavo video con persone che parlassero con accento americano del sud, perché è ciò che i miei studenti dovranno ascoltare per il loro esame finale.
E che c'è di meglio se non un bel video di Kristina, la raw-vegan texana, giusto per fargli il lavaggio del cervello aumentare le loro abilità di comprensione?


Nel video la macchina infernale non compare, ma se lo guardate vedrete che la tipa per cena si mangia un piatto da un kg di pasta. Beh, se l'inglese non lo masticate, trattasi di pseudo-pasta, perché delle tagliatelle ha solo la forma. Sono infatti fettuccine di zucchine crude (e non mi ricordo che altra verdura).

E come si fanno 'ste fettuccine?

Usando la macchina infernale, che oltre a poter essere usata per uccidere coinquilini che non puliscono, colleghi che ti fanno il vu-du, parenti serpenti e pseudoamici che guai a fargli una critica costruttiva e subito tempestano facebook di frasi della serie: i veri amici non ti giudicano, ma zoppicano con te quando zoppichi, e si danno martellate sui denti quando tu te le dai. I veri amici si deprimono con te e ti mentono, assicurandoti che troverai un lavoro pagato 5000euro, anche senza cercarlo, e che il principe azzurro ti aspetta dietro l'angolo. I veri amici puoi non ascoltarli quando ti parlano e cestinare i loro consiglio giornalmente, perché sono gratis. I veri amici costano meno che andare dallo psicologo! può anche servirvi per un piatto di spaghetti.

Ieri mentre guardavo il video in classe avevo l'acquolina, pensando a tutti i casi umani che avrei potuto fare fuori ai piattoni di pasta che mi sarei potuta preparare avendocela una macchina così.

E così mentre ero già a letto, passata la mezzanotte, ho pensato, cavoli carote e capperi, giovedì compio 37 anni, non ho intenzione di diventare una serial-killer, quindi forse è meglio che scateni le mie energie iraconde su zucchine, cetrioli ed altre povere verdure indifese. (perché le verdure, si sa, soffrono, come mi ripetono tanti di quelli a cui dico che sono vegana).

E mi sono fatta un regalo.
Mi sono comprato uno spiralizer, che non è un anticoncezionale e neppure un'arma di distruzione di massa.

Io che non compro quasi più nulla, che faccio l'esperimento 100 cose da ormai due anni, ecco, ho pensato che piuttosto che comprarmi un kalashnikov forse era meglio comprarmi questo qui.


21.4.13

Epilogo macabro

Il post precendete sul nuovo inquilino (per chi se lo fosse perso, questo qui ) è stato uno dei più letti in assoluto. C'è stato un boom di visite, tanto da farmi pensare che il problema dei topi in casa o dei coinquilini che dimenticano di buttare la mondezza per due settimane deve forse essere una tragedia diffusa e tanti poveri vegani come me vivono il dilemma del far fare al sorcio la fine del sorcio.

Ho vissuto una settimana di profondo inalberamento e preoccupazione.
Perché non è giusto ammazzare un povero topino che non ha fatto nulla di male, se non avere fame e trovare un ristorante aperto 24 ore su 24.

Ogni volta che tornavo a casa vedevo codine sgattaiolare stopineare ovunque.
Non sapevo più se si trattava di un topo vero o se avevo ormai le allucinazioni topose.

Poi ci si è messo pure il lucertolozzo che vive nella fioriera fuori dalla finestra, che l'altra sera ha deciso di rintanarsi nel mio bagno.
Sono entrata in camera e ho visto solo un pezzo di coda sfuggente e ho pensato mannaggia ai sorci verdi, Gigio è venuto a trovarmi. Invece poi era Giacomo IV, bisnipote del primo lucertolozzo inquilino fra i fiori.
2 dei miei coinquilini precedenti avevano ammazzato il suo bisnonno Giacomo I a colpi di insetticida (una bomboletta intera) e lo avevano lanciato dalla finestra, ma Giacomo II sapeva che io non avrei mai permesso un affronto del genere (realizzarono l'ignobile atto in mia assenza) e per farmi perdonare da tutta la famiglia lucertolosa ora tengo nella fioriera un minicontenitore per il compost, che attira tanti bei moschini di cui Giacomo IV fa grandi scorpacciate. Se vi chiedete dove sia finito Giacomo III non lo so, l'anno scorso non vivevo qui.

In ogni caso, tornando a Gigio, ero sicura della sua presenza.
Smuoveva un po' di cose di qua, faceva rumore di là, ci lasciava un po' di cacchette soprattutto in cucina.
Parlando con le coinquiline gli avevo detto che dovevano pulire di più e buttare la spazzatura tutti i giorni, soprattutto le scatolette di tonno vuote, di cui a quanto pare Gigio era ghiottissimo.
Però poi durante la settimana io non sono mai a casa, e temevo che queste due sarebbero state prese da furia omicida topicida. Così chiedevo su vari forum vegani come acchiappare un sorcio senza ucciderlo e non vedevo l'ora che arrivasse il fine settimana per porre rimedio alla situazione.

Il primo passo è stato fermare per strada dei bulgari che cercavano metallo nei secchi della spazzatura e chiedergli di venirmi a liberare la zona stenditoio, dove Gigio avrebbe potuto nascondersi, da un sacco di vecchie inferiate, una porta di ferro ed altra roba di metallo che erano lì da prima che io entrassi in questa casa. Non li avevo mai potuti buttare perché pesavano una caterva, non li avrei potuti semplicemente buttare nel normale secchione e comunque non ce l'avrei fatta a portarli giù. Ma la forza della disperazione mia, combinata al desiderio di questa coppia a cui non pareva vero di ottenere un centinaio di kg di metallo così facilmente, ci ha permesso di sbolognare tutti i rottami in meno di un quarto d'ora.

Il secondo passo è stato chiudere il buco di accesso la porta da cui Gigio entrava alla stanzetta dove teniamo i contenitori della spazzatura al ristorante. Non avendo di meglio, l'ho tappato con dei vecchi CD incastrati nei tubi dell'acqua che si trovano provvidenzialmente sopra il buco. Sapevo che c'era un motivo per cui a volte conservo cose totalmente inutili. Così se Gigio era fuori non sarebbe potuto rientrare, e se era dentro, prima o poi lo avremmo visto (a meno che non si nasconda nella stanza della coinquilina che non vedo mai).

Il terzo passo sono state le GRANDIIIIIIIII pulizie.
Stamattina ho rivoltato il salone da cima a fondo. Ho alzato tutti i mobili, ho passato la scopa, ho passato l'aspirapolvere, ho lavato, ho rilavato, ho tolto tutti i teli che coprono divani, poltrone, letto extra, ho mosso i cuscini, ho aperto e chiuso tutte le scatole. Gigio non c'era.

Non era il mio turno di pulire la cucina, ma la coinquilina incaricata non è in casa da 3 giorni. E non mi andava che il turno saltasse, così ho deciso almeno di dare un'occhiata e capire dove si potesse nascondere Gigio.

Di buon mattino mi sono dedicata alla stanzetta sopracitata, quella dei contenitori della mondezza e della lavatrice. Ho tolto di mezzo vecchi pezzi di parquet, ho buttato tavole di legno di armadietti cambiati 2 anni fa (non chiedetemi perché queste cose erano ancora tutte qua), ho messo in ordine, ho pulito con 5 prodotti diversi, ho messo due lavatrici, ho eliminato tutto il superfluo e già che c'ero ho pure aggiustato una lampada.

Poi mi sono preparata il pranzo, ma la coinquilina assente non era ancora tornata e con l'altra coinquilina ho cominciato a parlare del perché non volevo uccidere un topo innocente, del fatto che secondo me bastava pulire un po' di più per evitare 'sti problemi, e ho deciso di mettere un po' in ordine per facilitare l'opera di pulizia della coinquilina assente che chissà quando sarebbe tornata.

Ho pensato di pulire il frigo dentro, già che c'ero, e ho scoperto che c'erano delle formiche in frigo! In frigo! Cioè, ormai siamo arrivati all'assurdo!!! Sorcio, lucertole, formiche, potrei aprire un circo.
Così con il fumo che mi usciva dalle orecchie ho svuotato il frigo, l'ho riordinato e ho pensato di dare un'occhiata al cestino della frutta. Io non ci tengo nulla, perché ne ho talmente tanta di frutta e verdura che quella che tengo fuori è in un ripiano a parte.
Beh, cari miei, c'erano delle belle patate marce, kiwi liquefatti, pompelmi mosci. E sotto il cestino un sacco di caccotte di Gigio.
Così ho pensato che magari si era rifugiato dietro al frigo.
L'ho mosso un po' e non si è mosso nulla.
L'ho spostato e per terra c'era una macchia abbastanza grossa e fetida.

Per questo il primo giorno che ero tornata a casa dopo le vacanze quasi schiatto dalla puzza di morto.
Perché ecco a voi cosa c'era dietro al frigo.

AVVERTIMENTO: FOTO MACABRA. 
NON GUARDARE MENTRE STATE MANGIANDO ...


Se non si capisce, beh, trattasi del cadavere spiaccicato di un topo, morto da più di due settimane, sicuramente fulminato e successivamente schiacciato. E l'altro topo, quello VIVO, che era in casa in questi giorni, doveva essere sua moglie o suo figlio, perché oltre a cercare cibo si recava giornalmente dietro al frigo, come se andasse al cimitero, perché suo marito o suo padre era morto. 

Ci sono rimasta di sasso. Che morte atroce.
L'altro topo che ho visto nella mia stanza non so se sia ancora per casa, spero di no, spero non torni perché non troverà più neppure la tomba dove piangere il defunto.
Uno spettacolo davvero terribile. 

Ho pulito e disinfettato la cucina per due ore, poi mi sono fatta una doccia bollente.

Ora ho come l'impressione che mi pizzichi tutto, sono stanchissima perché è dalle 8 che ramazzo e prego Ganesha, il dio elefante che cavalca un topo, che non mandi più nessun topolino in questa casa, che questo non è il tempio di Karni Mata (per saperne di più guardate qui) e che se ci ritroviamo un altro topo in casa, nonostante i miei sforzi vegani di difenderlo, potrebbe finire ucciso da una scarica di sedia elettrica frigo.

Quanti di voi facevano il tifo per il topo?



17.4.13

Nuovo coinquilino

Come sapete quest'anno non sono stata molto fortunata coi coinquilini tanto da domandarmi se non sia forse il caso di andare a vivere da sola dopo 14 anni di condivisione case con i soggetti più disparati da sparargli.

Quest'ultimo coinquilino è arrivato l'altro giorno tardissimo. Non lo aspettavo.
Non saluta, anzi quasi quasi morde; è un tipo schivo e molto notturno.
A volte fa parecchio rumore, altre non si vede e non si sente.

E subito ha cominciato a lasciare segni della sua presenza ovunque.

Prima in cucina, smucina di qua, smucina di là, e tocca cose che non sono tue.
Al suo passaggio tocca disinfettare.

Poi in salone, in cui finalmente non dorme più l'altra coinquilina, che si è convinta ad usare la sua stanza.
Io il salone non lo uso quasi mai, anche perché non sono quasi mai a casa, ma ci tengo quasi tutti i i miei libri di lezione perché tenerli in camera da letto mi faceva pensare al lavoro 24 ore su 24. E ci tengo pure varie altre cose, scatole di fotocopie, altri libri, oggetti vari che non voglio buttare ma che non uso nemmeno troppo.
Il coinquilino è come un tornado, si ficca in tutti i posti, gira e rivolta.

E poi ha invaso il balcone, che comunica con il salone e con la mia stanza, e non so, è un po' scomodo avere qualcuno a 2 metri da me mentre sono a casa magari a dormire o guardare a ripetizione lo stesso video di youtube per cavarci un listening per le mie classi. Ma non mi pare il caso di creare turni di uso del balcone, come turni delle pulizie che comunque non sempre vengono rispettati.

Le altre due coinquiline se la ridono, ma che sarà mai, non farne una tragedia, che vuoi che sia, anche io ho avuto vari coinquilini così, pulire ancora? perché? Hai paura che tocchi il tuo cibo? Ma daiiii ...

A me esce il fumo dalla orecchie, ci mancava solo questo.
Vorrei cacciarlo, ma non so come fare.
Devo davvero parlarne con il padrone di casa.

Ma il peggio del peggio è stato quando il mio caro coinquilino me lo sono ritrovato in camera mia, di notte.
Che faceva? Mi guardava? Mi osservava nel sonno?
Sarà innamorato di me?
All'inizio ho pensato di avere le traveggole, non può essere, non oserebbe.

Poi l'ho colto in flagrante, mentre cercava chissà che in una mia borsa.
Dove tengo l'ipad, il portafoglio, delle fotocopie e documenti.

Ma al coinquilino non interessava niente di tutto ciò.
No, lui era tutto intento a cercare di aprire un pacchettino di gallette di riso soffiato.

Perché il coinquilino non è un ladro.
Io lo chiamo Gigio.

Il coinquilino è un TOPO!!!!

Sì, cari miei, a causa del caldo e dei mancati turni di pulizie e spazzatura non buttata nelle mie due settimane di assenza, un topo è entrato da un buco del muro della cucina e l'altra notte me lo sono ritrovato in camera, proprio come ho descritto, che smucinava in una mia busta alla ricerca di cibo. E secondo me mi ha pure morso un dito mentre dormivo! E proprio come ho raccontato le coinquiline ci hanno riso su e non è che si siano preoccupate più di tanto.

A me gli animali piacciono, e non ho nessuna intenzione di ucciderlo, perché mica è colpa sua che questa casa gli possa sembrare un ristorante a buffet dove strafogarsi a piacere.

Ecco, se avete soluzioni VEGANE per sfrattare Mr Gigio fatemi sapere.
E vediamo se questa è la volta buona che si cominciano a rispettare i turni dele pulizie!
Per il momento, nonostante i 30 gradi, dormo con la portafinestra chiusa, che non mi va proprio di ritrovarmi a letto con Gigio, non è il mio tipo, troppo pelosone.

14.4.13

Piacere, sono la signora senza fondo

Per riassumere in 2 parole cosa ho fatto da quando sono tornata nel deserto, beh, ho magnato! (*mangiato).

Per i primi giorni avevo il frigo un po' vuoto, ma in freezer avevo lasciato varia roba preparata prima di partire e surgelata. Intelligentemente non avevo scritto cosa ci fosse in ogni contenitore, ovviamente NON trasparenti e incollatissimi causa ghiaccio. Dunque quando volevo il gelato alla banana ho tirato fuori le lenticchie al curry, quando cercavo il brodo vegetale eccoti comparire la zuppa di cavolo rosso, e poi un po' di prezzemolo pronto all'uso quando cercavo dei paninetti, ma vabbè, il mio stomaco accoglie tutto trepidante e penso davvero di avere omaso abomaso rumine e reticolo (no, i nomi non me li ricordavo da quando li ho studiati in IV, li ho dovuti wikipediare).

Poi infine venerdì sono tornata dal mio amico fruttivendolo, da quanto tempo, pensavo te ne fossi tornata in Italia e per festeggiare il ritorno della figliola vegana prodiga, per 11 euro mi sono portata a casa tutto questo.


Tornata a casa euforicamente vitaminica ho deciso che era giunto il momento di riandare a donare il sangue.
Emoglobina ok, infermiere che mi ha chiesto di dargli ripetizioni di inglese e che mi ha detto che le vene del mio braccio sinistro sono proprio belle (non stava cercando di rimorchiarmi con una frase così sexy, era palesemente gay, però mi ha fatto piacere sapere che ho delle belle vene), e io gasata ancora di più dallo svenamento ho deciso di andare al supermercato a comprare la farina per fare una torta o dei biscotti.

Pare che non penso ad altro che a magnà ... e infatti è così.

Certo non ho calcolato che mi avevano appena tolto mezzo litrozzo di sangue e così, anche a causa della temperaratura che qua nel deserto ha già raggiunto i 30 gradi, al ritorno a casa ho pensato che la trasfusione me la potevano fare a me, che quasi quasi mi sarei riportura fermare al centro di Emodonazioni e farmi ri-iniettare i miei globuletti. 

Ho visto i sorci verdi e la vista mi si è annebbiata per circa un minutino, ma per resistere ho pensato intensamente agli 11 euro di frutta e verdura che avevo comprato ed arrivata a casa ho deciso di mettermi direttamente al letto fino al giorno dopo, che la settimana era stata di quelle terribili, da 12 ore di lavoro al giorno. 

Non avevo calcolato che la coinquilina avrebbe invitato degli amici, come pure era successo la domenica precedente e TUTTE le volte che decido di andare al letto presto, e quindi addio core. Questa volta per dormire, invece dei rumori del traffico, ho messo su una bella conferenza vegana, che per me è come una ninna nanna.

Il giorno dopo (ieri), per recuperare i globuli perduti, con scarti vari che avevo in frigo (lenticchie piccantucce e riso tricolore, spezzatino di soya, mais, fagiolini al sugo) ho fatto l'esperimento di riempire delle verdure e schiaffarle in forno. Il risultato è stato davvero niente male, ma dopo un'oretta avevo di nuovo fame!



Menomale che al ristorante Vegano del mio cuore, da questo sabato, sono cominciati i minicorsetti di cucina. Il primo è stato per imparare a fare muffin. Io, che oltre a senza latte e uova faccio i dolci anche senza olio e senza zucchero, ci sono andata principalmente per fare qualcosa di diverso dal solito e poi rimanere direttamente lì a cena con un paio di amici non veg.

L'appuntamento era alle 6.30, i muffins li abbiamo preparati in giardino riscaldati dal tepore del sole pomeridiano, io mi sono anche fatta una bella chiacchierata con i 4 gatti ciechi che vivono in un giardinetto contiguo a quello del ristorante (e ho scoperto che gatti, non vedendomi, credono che io sia davvero una gatto quando miagolo. D'ora in poi sul curriculum aggiungerò che parlo gattese).

Eccovi il risultato. I primi erano muffins alle carrube (e sanno davvero di cioccolato) e la seconda teglia erano ai frutti di bosco. Buoni entrambi, anche se io rimango convinta dei miei dolci senza olio e senza zucchero (definiti polistirolo o gomma piuma da mamma). Credo che eliminando zucchero ed olio dalla dieta alla fine la lingua e il palato si abituano, e tutto ciò che contiene zucchero artificiale mi sembra troppo dolce.


Dopo i muffin abbiamo ordinato per cena tutte le tapas del menù (patè vegan vari, patate con salsette, hummus, frittata di patate senza uovo) e ce le siamo mangiate talmente velocemente che non ho praticamente fatto foto. E per concludere in bellezza per me un bel burger al seitan.

Tornata a casa mi sono subito abbioccata, ma anche ieri è stata una di quelle volte che volevo dormire e la coinquilina è arrivata alle 3 di mattina, svegliandomi (a sua discolpa devo dire che non sapeva io fossi a casa e che forse non si rende conto che con il caldo che fa ormai io dormo con la finestra aperte e se c'è qualcuno che parla in salone per me è come averlo in stanza). Non sono riuscita più ad addormentarmi fino alle 5 di mattina, perché avevo lo stomaco davvero troppo pieno e perché l'aglio non è proprio il caso di mangiarselo la sera a cena.

Fra le partecipanti al corsetto c'era una tipa che sosteneva che l'aglio e la cipolla non bisognerebbe mangiarli perché bloccano i canali meditativi, i chakra e roba simile. Quella stessa tipa si beve l'acqua di mare e quando il corso è finito ci ha abbracciati tutti come se ci conoscessimo da 30 anni.

Questo per dire che di gente strana al mondo ce n'è tanta, e che se l'altro giorno una mia alunna, quando le ho detto che praticamente cucino senza olio, né sale, né zucchero, mi ha guardata come se le avessi detto che mangio spezzatino di colibrì e mi lavo i denti con l'anitra WC, beh, ecco, c'è chi sta più fuori di me.

8.4.13

Sono nata a Roma

Sono nata a Roma e i primi dieci anni della mia vita li ho vissuti a Via Ostiense, in un palazzo davanti ai Mercati Generali che ora non ci sono più (http://www.romasparita.eu/foto-roma-sparita/33137/via-ostiense-mercati-generali-2).

Sono quindi anche romana.

E non perché saluto dicendo Bella Zí, bella Cí, bella Sé.
E non perché dico ma li morté, li mortanguerieri, mortacci stracci, ché a casa mia le parolacce erano e sono proibite e in presenza dei miei non posso neppure dire culo. (per altre variazioni dell'insulto-invocazione ai morti, leggete qui)
E non perché chiamo i miei fidanzati amò, tesò, sarciccia e pomodò.
E non perché io non usoi il congiuntivo nemmanco pe' sbajo.

Non dico Anvedi ó, je pesa er culo, te parcheggio 'na mano 'n faccia, te rivorto come 'n carzino (se vi interessano le colorite espressioni romane guardate qui).

Non mangio er panino colla porchetta (poverina!), la coda alla vaccinara, (né nessuna parte del quinto quarto, ovvero quel che rimaneva della povera mucca dopo che erano state vendute ai benestanti le parti pregiate. Del quinto quarto fanno parte la coda, la trippa, la pajata, il cuore, la milza, e tutte le frattaglie ... che solo a scriverle 'ste cose m'è venuto il vomito).
Non mi vado a prendere la grattachecca sul lungotevere, non conosco la Sora Lella e non guardo i film di Verdone (vabbè, ok, qualcuno l'ho visto).
Non porto gli occhiali da sole perenni e non ho mai girato in Vespino.
Non faccio le vasche per Via del Corso.

Non tifo la Maggica (Roma) anche se la preferisco alla Lazio e anche se il mio quartiere, la Garbatella, lo hanno dipinto di giallorosso nel 2001, quando la Roma ha vinto lo scudetto (un esempio qui)
Non canto Roma Capoccia, e Arrivederci Roma l'ho imparata solo quando l'ho fatta ascoltare ai miei alunni all'università.

Certo, odio un po' Milano e i milanesi (ma solo un po') e so' un po' coatta.
Ma non mi tingo i capelli di nerofumo, non porto i cerchi dorati giganti alle orecchie, non mi faccio la riga con la matita per gli occhi da sembrare una zoccolona Cleopatra.

Ma si capisce che sono di Roma perché perché perché, 
per addormentarmi ascolto questo.



Sí, ho provato ad ascoltare gli uccellini che fringuellano, o l'acqua che cade, le onde che lambiscono la riva e la musica ipnotica tibetana, ma niente come il dolce rumore delle macchine, dei motorini, delle ambulanze, dei clacson e dei mortacci tua e a fio' de na' mignotta (mamma, non ti arrabbiare per le parolacce, che intanto in questo video non si sentono) mi fanno addormentare come quando vivevo davanti ai mercati generali.
Ci manca solo la puzza soporifera dei tubi di scappamento.


5.4.13

Differenze culturali Italia - Germania

Cosa porta un italiano in regalo quando va ospite a casa di qualcuno?

Sicuramente qualcosa di mangereccio o bevereccio.
Io questa volta viaggiavo con il minibagaglio Ryanair e così sono riuscita a ficcarci dentro solo della cioccolata quasi vegana (se non fosse per le solite tracce di latte, grrr) artigianale, comprata a Valencia durante la mia sosta pre-Slovenia.
Prima portavo formaggi e salamelle, ora però per essere un po' più coerente con il mio stile di vita cerco di regalare veganità anche agli altri.

Cosa porta un tedesco in regalo quando va ospite a casa di qualcuno?

Questo.
Sapete cos'è? Tirate ad indovinare prima di leggere la spiegazione.



Si tratta del gioco Città, Paesi, Persone e Cavoli Vari (a quanto pare i tedeschi hanno molte più categorie) a cui tutti sicuramente avete giocato a scuola, in gita, in qualche pomeriggio estivo fra amici.

Il tutto stampato su delle pratiche tovagliette monouso, sicuramente di carta riciclata, in modo che prima si gioca e poi si mangia, o prima si mangia e poi si gioca (ma se l'ordine fosse questo penso che le tovagliette sarebbero chiazzate e impataccate di birra e wurstel!)

Perché così la serata è già bella organizzata, e nessuno dovrà chiedersi: e ora, che si fa?

Insomma, sotto sotto alla fine qualcosa di vero c'è, nel fatto che i tedeschi organizzano e pianificano e gli italiani si ingozzano (e quindi dopo pranzo chi ce la fa a mettere in moto i neuroni e a pensare a un animale con la N, una città con la E, o un paese con la X. E prima di pranzo si è tutti impegnati a spizzicare, spettegolare o preparare, e quindi non c'è tempo di pensare a F di fagiolo e Q di quinoa).

E voi?
Avete visto in giro oggetti culturalmente caratterizzati come questo?

(Prendete questo post con una giusta dose di umorismo, non voglio offendere nessuno, tanto più che io sono organizzata e maniaca delle liste e della pianificazione millimetrica molto più che Geschedicesempredisì, la tedesca che ha comprato questo regalo).

Vi lascio anche un divertente video di Bruno Bozzetto su altre differenze fra Italia e Germania.